Frank Graegorius, alias di Libero Samale (1914-1985), è stato un personaggio a suo modo leggendario: medico psichiatra di Roma, studioso di esoterismo e magia, collezionista di libri rari di occultismo, amico di personaggi influenti come il dottor Emilio Servadio (celebre psicanalista e studioso di esoterismo).
La sua figura è paragonabile, sotto certi aspetti, a quella di Gustav Meyrink: come il grande scrittore austriaco cercava di mettere le sue conoscenze esoteriche nelle sue opere.
Frank Graegorius ha scritto circa 100 romanzi di genere nero, fra cui alcuni davvero di buon livello.
I migliori sono usciti all’interno de I racconti di Dracula, una storica collana di narrativa nera italiana pubblicata dal 1959 al 1981. La casa editrice romana era di proprietà del barone siciliano Antonino Cantarella. Furono pubblicati 265 fascicoli ad opera di scrittori italiani che si firmavano però con pseudonimi anglofoni (il vero nome era quello del traduttore). Si trattava di narrativa “popolare” e certo molti di questi romanzi brevi non hanno retto la prova del tempo (da leggere sicuramente, per chi volesse approfondire l’argomento, il volume di Sergio Bissoli e Luigi Cozzi La storia dei Racconti di Dracula edito da Profondo Rosso nel 2012, mentre segnalo le ristampe dei romanzi da parte della mitica Dagon Press di Pietro Guarriello).
Il livello era alterno e non credo sinceramente che questi scrittori possano essere paragonati ai vari H.P. Lovecraft, Edgar Allan Poe o Arthur Machen. Tuttavia c’era anche molto materiale interessante che sta venendo rivalutato, come nel caso di Libero Samale.
È lo stesso Samale a fare un’analisi obiettiva della sua opera quando dichiara:
Non era mia intenzione scrivere opere d’arte e nemmeno di buon artigianato e solo per caso, nei momenti di buona ispirazione, mi è scappato dalla penna qualche brano passabile.
Si ravvisa sicuramente un’eccessiva modestia in queste parole, qualche suo passaggio ha davvero una forza apocalittica, ma non è così lontano dal vero. In ogni caso siamo di fronte a un uomo dalla forte personalità, una persona carismatica e di una cultura superiore.
Il libro che esce ora per le Edizioni Profondo Rosso a cura dello scrittore, saggista ed appassionato di fantastico Matteo Mancini, colmando un vuoto. Il libro rappresenta soprattutto un’occasione imperdibile per gli appassionati di narrativa fantastica italiana per far luce su un periodo oserei direi “mitologico” e sepolto della nostra narrativa.
Mancini si è documentato ed ha letto tutta la sua produzione (probabilmente il solo, assieme a Sergio Bissoli, ad averlo fatto) e sono molto gustosi i suoi aneddoti su come sia venuto in possesso di questi libri (non mancano anche coincidenze occulte). A spingerlo nell’impresa è stato anche l’incoraggiamento e il supporto dello stesso Sergio Bissoli.
La prima parte è dedicata alla biografia e all’analisi delle sue tematiche mentre la seconda analizza tutta la sua produzione horror romanzo per romanzo nei minimi dettagli.
L’autore è entrato in contatto anche con il musicista Sergio Rendine, suo discepolo, che ci ha lasciato il ricordo, anche se non era appassionato dei suoi romanzi, del suo “percorso” iniziatico con Samale, che lo porterà ad affiliarsi alla massoneria.
Samale aveva una biblioteca di 6.000 volumi (secondo Rendine erano 4.000) che comprendevano rarissimi testi di magia medievale.
L’introduzione è del competente Stefano Curreli, altro appassionato e collezionista de I Racconti di Dracula. Troviamo anche un commento finale dell’immancabile Sergio Bissoli.
Si tratta di un libro di culto che vi consiglio caldamente.
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