Ci sono tanti aspetti oscuri delle nostre città che spesso non conosciamo ma che varrebbe la pena raccontare per tenere in vita le leggende e il folclore che fanno parte della nostra ricca storia.

Per nostra fortuna il più delle volte sono vicende sinistre che sicuramente ci piacerà scoprire!

Horror Magazine ha deciso di raccontarvi qualche piccola perla macabra, cominciando dal capoluogo lombardo.

Milano non è solo una città dove si produce e si va di corsa. La sua lunga storia è piena di punti oscuri, case e castelli infestati, killer sanguinari e leggende stupefacenti.

Vi racconteremo qualcosa che magari ancora non conoscete di questa metropoli super moderna!

Oggi cominciamo a raccontarvi la storia di Antonio Boggia che da molti viene considerato il primo serial killer della storia italiana (e non solo), regalando a Milano un gran bel primato.

Siamo nella stretta, anzi strettissima, via Bagnara. In pieno centro, proprio accanto a Via Torino.

Qui, precisamente in via Nerino 2, viveva il comasco Antonio, muratore, violento, con un discreto numero di denunce sulle spalle.

La proprietaria dello stabile in cui visse, Ester Maria Perrocchio, sarà una delle sue vittime.

Il primo omicidio fu nel 1849, vittima Angelo Ribbone che venne derubato, smembrato e nascosto in uno scantinato della via. 

Sarà solo nel 1860, quando il figlio di Ester denunciò la scomparsa della madre, che le forze dell'ordine scopriranno nella casa del sospettato ben tre cadaveri di uomini fatti a pezzi e nascosti sotto il pavimento. La donna invece fu ritrovata murata in una nicchia.

Il processo terminò con la condanna a morte. Per l'esattezza l'ultima della storia milanese. Poiché in città non vi era all'epoca un boia, ne vennero fatti venire due, da Torino e da Parma, ma furono numerose candidature dei cittadini! 

…Il giorno dell'esecuzione, il Boggia fu fatto salire su di un carro coperto da un'intelaiatura di stoffa nera e fu portato  fuori città: all'altezza dei Bastioni, in uno slargo tra porta Vigentina e porta Ludovica. Qui, davanti ad una marea di uomini, donne e, ragazzini, fu impiccato…

La testa dell'assassino venne data in custodia al gabinetto anatomico dell'Ospedale Maggiore affinché, debitamente trattata, potesse essere da tutti visionata e soprattutto studiata da illustri medici e scienziati, tra i quali il Lombroso, che ne giudicò la fisionomia tipica dell'assassino. 

Nel 2009 sul mercato collezionistico spunta la mannaia del Boggia, opportunamente catalogata con una targhetta scritta a mano recante le parole “del Boggia Antonio”. Non si sa perché non sia in un museo. 

Ovviamente il fantasma dell'assassino gira ancora nei pressi di via Bagnera. Se passando in zona sentite una strana ventata di aria gelida ocio che è proprio il Boggia!

Bibliografia

Luzzi, Giovanni, Il giallo della stretta Bagnera, Libreria Milanese 1999;

Gazza Franchini A., Antonio Boggia il mostro di Milano, in "Historia", n. 172, 1972.