Con gli zombie si può convivere, sono gli altri sopravvissuti il vero pericolo.
I giorni dell’incredulità sono ormai finiti in Zetafobia 2 – La città morta, secondo capitolo della trilogia zombie di Gualtiero Ferrari. Il racconto riprende infatti a sei anni di distanza dalla pandemia di H5N1v2, la mutazione del virus dell’aviaria che ha dato il via all’apocalisse zombie.
In bilico tra stanchezza e voglia di sopravvivere, ritroviamo anche il nostro eroe Domenico.
La situazione non è tuttavia disperata. Le scorte di cibo confezionato sono ancora relativamente abbondanti, lo stesso vale per gli abiti e le scarpe. Anche tutti quegli oggetti utili a rendere la vita dopo l’apocalisse un po’ più accettabile sono facilmente accessibili. Le armi, ecco, quelle scarseggiano. Del resto non ci troviamo ad Atlanta o in qualunque altra città degli Stati Uniti, ma nei pressi di Torino. Insomma, Domenico potrebbe vivere anche piuttosto tranquillamente se non fosse per il figlio adolescente alla costante ricerca di scontro, e per il leprecauno Patrick che si mette a ballare la giga nel suo cervello nei momenti meno opportuni.
Il libro si apre con un chiassoso e scioccante incontro che porterà Domenico ad abbandonare la confortante quiete di una vita isolata e partire con la sua famiglia alla volta di una Torino ormai dominata dai morti viventi.
Inizia così il viaggio del nostro eroe e il ritmo si fa a ogni pagina più concitato. A ogni passo un nuovo problema, a ogni problema una nuova soluzione. A Domenico non è concesso di tirare il fiato e al lettore di staccarsi dalla pagina. Ma se anche l’azione è serratissima, il tema principale del romanzo è il rapporto tra padre e figlio che è complesso, delicato, un eterno alternarsi di compromesso e affetto.
Tra scene inaspettate, alcune anche piuttosto violente, il linguaggio è quello cinematografico. L’autore riesce a farci percepire ogni alito di disperazione, ogni tentennamento, ogni presa di coraggio. Lo stile è così evocativo che sembra di trovarsi nella Torino post-apocalisse insieme a Domenico.
Zetafobia 2 – La città morta si riconferma quindi una lettura più che piacevole, un’altra buona prova di Ferrari. Leggendo il libro, verrete risucchiati in un vortice di fatalità e senso del dovere e scoprirete che, come spesso accade, ci sono mostri peggiori degli zombie.
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