Questo nuovo numero di Dimensione Cosmica ha un grande merito, ovvero quello di parlare diffusamente e di dare spazio alla mitica Dagon Press del grande Pietro Guarriello.
L’articolo è firmato dal bravo Andrea Gualchierotti ed è corredato anche da un’intervista allo stesso Guarriello. Il pezzo mette in luce come questa casa editrice (troppo spesso sottovalutata) sia un baluardo contro certe deleterie mode editoriali attuali.
Certo, non è la sola qui in Italia, personalmente la metterei sullo stesso livello delle Edizioni Hypnos e di Providence Press (e c'è da tenere d'occhio la da poco nata Agenzia Alcatraz), ma Dagon Press è stata la prima a portare avanti un certo tipo di discorso.
Dietro c’è l’inesauribile passione di Guarriello che ha sempre dato spazio al fantastico più genuino e ispirato rappresentato, oltre che dal nume tutelare H.P. Lovecraft, anche da autori come Arthur Machen (a cui ha dedicato uno speciale della rivista Zothique, ormai diventata un punto di riferimento imprescindibile per i seguaci del weird), Algernon Blackwood e altri meno noti.
E preparatevi a succulenti novità per il futuro: sono infatti previsti dei volumi dedicati a Clark Ashton Smith, Frank Belknap Long e Robert H. Howard.
Guarriello parla anche di Lovecraft e si trova a condividere la frase di Gianfranco De Turris (direttore, assieme ad Adriano Monti Buzzetti, della rivista) in L’Ultimo Demiurgo (volume ormai introvabile), definiva “il Solitario di Providence”
un nostro contemporaneo perché egli stava sul crinale culturale in cui si trova la civiltà occidentale degli anni ‘80: in bilico fra materialismo razionalista e un bisogno di spiritualismo e misticismo, forse inconscio, ma presente e reale.
Nella rivista troviamo poi un curioso articolo di Sebastiano Fusco, storico esperto di letteratura fantastica che, assieme a De Turris, scriveva le celeberrime (e per qualcuno “politicamente scorrette”) introduzioni ai volumi della Fanucci negli anni ‘70 che ci parla di Moana Pozzi.
Di lei si era già accennato (in un precedente articolo di DC firmato da Marco Maculotti) e di come avesse partecipato, assieme a Rocco Siffredi, a un film erotico liberamente ispirato ad un racconto (La polvere bianca) di Arthur Machen intitolato Ecstasy.
Fusco ci spiega di come abbia avuto il modo di conoscere Moana Pozzi in quanto, all’epoca, il giornalista era direttore della rivista Scienza Duemila, il cui editore era Adelina Tattilo, “la regina della stampa erotica italiana”. Il giornale veniva preparato a Roma nella stessa villa dove venivano realizzate riviste erotiche come Playmen.
Qui Fusco ha conosciuto Moana Pozzi, descritta come una persona intelligente, piena di vari interessi come la musica e l’esoterismo; a quanto racconta lo stesso giornalista, l’attrice era così interessata all’argomento da voler leggere, su suo suggerimento, La metafisica del sesso di Julius Evola rimanendone folgorata.
Ora io mi permetto di avere qualche dubbio in proposito. Che Moana Pozzi fosse una seguace di Evola, di Lovecraft o del fantastico non riesco proprio a crederlo (anche se può averne avuto una conoscenza superficiale come dimostra anche il soggetto del film citato) e, per quanto l'articolo sia stimolante e divertente, mi lascia qualche dubbio. Stimo Sebastiano Fusco (che apprezzo anche per i suoi libri di magia scritti con lo pseudonimo Jorg Sabellicus anche se, in passato, si è prestato a operazioni dubbie come il volume uscito per Profondo Rosso, L'orrore che viene dall'est di P.H. Lovering da lui attribuito a H.P. Lovecraft), ma mi sembra che abbia quantomeno calcato la mano.
Altro intervento molto interessante è quello di Alessandro Bottero La realtà come finzione in cui si indaga “la percezione della realtà” all’interno della fantascienza. Si parla, fra gli altri, di autentici capolavori del genere come Ubik di Philip K. Dick, L’occhio del Purgatorio di Jacques Spitz (un libro delirante e profetico), lo storico Il mondo nuovo di Aldous Huxley, Foresta di cristallo di James Graham Ballard e Universo e Il numero della bestia di Robert A. Heinlein.
Dimensione Cosmica è una buona rivista che alterna ottimi articoli (fra cui, oltre a quelli citati in precedenza, citerei anche il pezzo sulla fantascienza di Murray Leinster di Davide Arecco e il saggio Il fantastico di Massimo Donà) ad altro materiale che reputo meno valido.
Come di consueto viene poi concesso molto spazio anche ai racconti con una selezione di autori italiani.
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