In White Noise lo schermo televisivo è il grande protagonista quale elemento di unione fra il mondo dei morti e quello dei vivi. Ombre più o meno vaghe che si intravedono attraverso i puntini dell’effetto neve, squarci improvvisi e dolorosi su forme cariche d’odio o di disperazione: questo e altro ancora sembra emettere il tubo catodico.

Ma ci sono stati altri casi, cinematograficamente parlando, nei quali il televisore ha avuto il ruolo di assoluto protagonista; cerchiamo in questa sede di offrirvene una rapidissima panoramica:

Poltergeist: demoniache presenze. Anche per Tobe Hooper e Steven Spielberg la tv produce mostri e trasuda inquietanti arti ectoplasmatici. Si intravedono ombre, quelle degli spiriti inquieti che ancora non hanno raggiunto l’appropriata destinazione post-mortem. La soluzione al problema? Viene esplicitamente suggerita nel finale del film!

The Ring. I vecchi fantasmi abitano nei castelli e si trascinano fra lenzuola e catene, ma quelli nuovi preferiscono replicarsi e infettare il mondo tramite le vhs. La televisione che i protagonisti di Poltergeist avevano lanciato dalla finestra rientra dalla porta principale e sparge il contagio nippo/americano del nuovo millennio.

Sotto Shock. Horace Pinker aggiusta i televisori e spacca le persone, la pena capitale è inevitabile e il nostro si accomoda sulla sedia elettrica pronto a tramutarsi nel primo serial killer “catodico” della storia. In grado di passare attraverso i canali televisivi, bisognerà trovare un modo per “spegnere” la corrente che gli era stata somministrata fin troppo generosamente. Dirige (divertendosi) Wes Craven.

Videodrome. David Cronenberg, of course. Abbiamo bisogno di aggiungere qualcosa? La Nuova Carne si reifica attraverso il tubo catodico e frustare una donna elettronica è ormai più intenso che frustarne una vera. Finiremo (lo siamo già?) tutti come l’(anti?)eroe Max Renn, con la testa inglobata in una soffice nuvola di effetto neve. Quanto è distante il vostro volto dallo schermo in questo momento?

Visioni del terrore (Terror Vision). Gli alieni sono più furbi di noi terrestri. Loro la spazzatura la trasformano in energia e la sparano nello spazio. I problemi iniziano quando la parabola tv della famiglia Putterman riceve tutta quella spazzatura (intesa la sottile metafora?) e dal televisore si creerà un trash-monster (in ogni senso possibile) che comincerà a sterminare allegramente la famigliola. Attenzione al cielo, attenzione a SKY. SuperserieB.

The Brain di Ed Hunt (1988). Dalla "serie B" retrocediamo (per colpa dell’allenatore) in "serie C" con questo allucinante script che prevede l’immonda alleanza fa un santone televisivo e un essere alieno (The Brain, appunto). Attraverso i predicozzi del novello guru, l’invasore sparge strane onde di dominazione mentale e lavaggio del cervello. Un distillato del peggio degli anni ottanta che diventa divertente con l’ausilio di qualche birra.

Halloween 3. La sottovalutata stagione della strega del regista Tommy Lee Wallace (3,6 di votazione su imdb.com!?) dipinge un quadro apocalittico di dominazione/vendetta. Un giocattolaio malvagio installa dei microchip nelle maschere di Halloween: durante la suddetta notte un segnale sonoro proveniente dai televisori sintonizzati sui programmi di film del brivido attiverà le maschere, dettando un destino tremendo per i bambini americani. Inquietante il jingle della Silver Shamrock. Guardare i film di paura fa impazzire e morire.

Demoni 2. Lamberto Bava ridimensiona sogni e mezzi per questo sequel: la malvagia infezione demoniaca che prima passava attraverso la grandeur dello schermo cinematografico ora filtra attraverso la televisione che, si sa, ha ucciso il cinema horror italiano. Questo è il manifesto di quella morte.

Un grazie a Giuseppe Pili per l'apporto!