Watson Edizioni presenta I vicini di casa. Nuovi orrori metropolitani, l’antologia di racconti a cura di Paolo Di Orazio.
Dall’intro di Paolo di Orazio:
Titolo del primo thriller televisivo di cui ho memoria.
1974, ciclo Le porte della paura a cura di Dario Argento. La regia dell’episodio è di Luigi Cozzi e siamo nel momento di inizio espansione della contro cultura del brivido in Italia, momento di rara beatitudine fra cinema e fumetto, quando ogni storia guidava alla scoperta dei classici della narrativa horror e viceversa.
Il vicino di casa è un film spaventoso, terribile, per come lo percepii all’epoca. Quello che mi lasciò dentro è tutt’ora immenso e credo abbia contribuito a condizionare e indirizzare le mie inclinazioni artistiche ancora latenti. Fino a immaginare e poter realizzare questo libro, scritto da altri su mia intuizione, per goderne da lettore.
Adoro i racconti.
Adoro le storie di interni.
Adoro il riverbero particolare dei suoni che si muovono all’interno dei fabbricati. Adoro non capire dai rumori cosa stiano facendo i vicini, specie se non accompagnati dalle loro voci. Adoro sentire i passi provenire dal piano di sopra anche se mi danno fastidio.
Può succedere di tutto, quando non vedi cosa c’è dall’altra parte.
Le pareti fra un appartamento e l’altro sono la grande, perenne metafora dei misteri e degli interrogativi che ci separano dalla vita dopo la morte.
Nella notte, questi suoni sembrano provenire da dimensioni lovecraftiane. Quelle voci dei piani inferiori, invece, dalle sepolture di Edgar Allan Poe.
Benvenuti, allora, in questo fantasmagorico e allucinato viaggio nell’orrore.
I vostri nuovi vicini di casa vi aspettano a braccia aperte.
Non saranno come ve li immaginate.
Il volume
I sette autori scelti per questo meraviglioso libro di racconti horror sono i vostri migliori vicini di casa. Anche se possedete altre loro opere, da ora saranno fissi bisbigliatori dietro le vostre pareti, passeggiatori seriali sopra il soffitto. Non dimenticherete queste storie molto facilmente, ognuna con il proprio stile, la propria dimensione (con sconfinamenti nella fantascienza, proprio come accadeva nelle migliori letture di un tempo lontano quando eravamo liberi dai dettami inutili delle categorie).
Rispettando il sommario del libro, al primo piano abita Flavio Troisi, classe 1972. Il suo stile è schietto, qui labirintico, priorità da vero narratore dell’insolito.
Al secondo piano Miriam Palombi, milanese. Ceramista, appassionata di simbologia e cultura horror. Membro della Horror Writers Association.
Al terzo piano Claudio Vergnani, nato a Modena nel 1961. Nel 2009 si fa conoscere con Il 18° Vampiro, seguito da Il 36° giusto (2010) e L’ora più buia (2011), trilogia Gargoyle in cui fonde ironia, horror, action e una vena di esistenzialismo.
Lorenzo Crescentini è l’inquilino più misterioso. Si trova al quarto piano, originario di Forlì, ma è narratore in Giappone, Stati Uniti e Spagna.
Al quinto abbiamo Giacomo Ferraiuolo. Riservato, affabile quanto ruvido con la sua immaginazione, inizia con la DZ edizioni pubblicando Non Devi Dormire, Nora, Stanza 218 e diversi racconti per antologie.
Al sesto piano, semideserto e meno illuminato, troviamo la torinese Tamara Deroma con il suo stile preciso, limpido e generoso di oscurità, sangue e incubi.
Al settimo e ultimo piano Davide Camparsi, il classico vicino dall’aspetto e i comportamenti gentili, la scrittura permeata di ironia e visionarismi.
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