Dite la verità.

Quando vi si parla di musica collegata al mondo dell’horror sono più o meno tre i grandi campi che vi vengono in mente: il metal (con particolare riguardo al sottogenere death), la dark-music e, al massimo, certe colonne sonore (Goblin, John Carpenter e similari).

Eppure l’horror, come e più di tanti altri generi, è un vero e proprio “virus diagonale” che attraversa tutto il campo delle manifestazioni sonore. E quindi anche il rap e l’hip hop.

Eh sì. Perché quando si tira in ballo il nome di Necro si parla di uno (in realtà due fratelli) degli artisti più controversi della scena rap: attivo fin dalla fine degli anni novanta in quel di Brooklyn, questo artista ha saputo produrre, con il tempo, una discografia che miscela i tempi e i ritmi dell’hip hop più duro e oltranzista con testi che operano continui riferimenti allo splatter, al sadismo, al sesso, all’abuso di droghe e alla violenza più estrema.

Dopo aver fondato la sua etichetta personale (Psycho+Logical Records) e un sito web, Necro ha cominciato a sfornare una impressionante serie di cd dei quali questo The pre-fix for death sembra essere, fino a questo momento, il titolo più rilevante.

Coadiuvato da noti esponenti della scena metal (Obituary, Voivod, Nuclear Assault, Slipknot), Necro vomita dalle casse un’impressionante sequela di testi davvero vietati ai minori, spaziando fra titoli quali Evil Shit, Insaneology, Reflection of children coming up in the grave (!!!) e Human Consumption.

L’uso dell’organo sopra basi tipicamente rap fornisce un’atmosfera fra il morboso e la famiglia Addams, e fra le righe delle lyrics spuntano riferimenti precisi ed espliciti a nomi quali Anton LaVey e George Romero, con satanismo (ironico), malignità varie e amenità sui serial killer a farla da padrone.

Si può parlare di death-rap? Se si può allora Necro si pone come esponente primario di questo genere, magari non adatto a tutti i palati ma sicuramente meritevole di attenzione e di un ascolto di prova, tanto per assaggiare gusti diversi da quelli cui siamo abituati.

Evil-death-horror-hip-hop it’z in da house!