Il morso dello sciacallo è l'ultimo, eccellente lavoro di Paolo Di Orazio, edito da Vincent Books per la collana New Breed.
L'autore romano ha nuovamente dimostrato di essere uno scrittore dallo stile ricercato e raffinato e, soprattutto, di riuscire a trasmettere alla perfezione quello che si cerca quando si legge un libro horror: la paura!
La caratteristica che rende Di Orazio un artista unico è la complessità della sua scrittura, sempre forbita, curata, ricca di dettagli e aggettivi sofisticati che rendono le descrizioni lucenti e tanto reali che sembra di vederle.
Di Orazio è l'artefice dello splatter italiano e arricchisce questo genere truculento e ostentatamente violento, componendolo con la sua tipica eleganza stilistica.
Attraverso un' acuta commistione di realtà quotidiana ed elementi di carattere soprannaturale e circostanze irrazionali, riesce a offrire un'esperienza di lettura irripetibile.
Ulteriore aspetto vincente de Il morso dello sciacallo, che poi è un'altra peculiarità di Di Orazio, è l'originalità assoluta.
I libri e i racconti di questi tempi soffrono di cliché, di costanti emulazioni. Assistiamo sempre più spesso a omaggi e citazioni che in pratica nascondono mancanza di autenticità. Questo autore invece garantisce che quello che si sta per leggere è una novità. Nessuno ha scritto prima di lui gli orrori che ci racconta. Tutto è nuovo e incantevole perché nasce la sua genuina creatività; le allucinazioni inquiete, gli incubi che narra, e anche gli omicidi che inventa, sono di sua proprietà, sono solo suoi.
La storia è un'indagine, sovrannaturale, guidata da Alfredo Red Vanacura, ex maresciallo esperto di casi paranormali e dalla sua ghiandola pineale che si farà sentire per tutto il romanzo. Red, affiancato dall'erotica e brillante anatomopatologa Oriet Biancosarti, indaga su una serie di delitti che imperversano nella capitale e che certo omicidi normali: ogni caso è pieno di sangue, anomalie e stranezze di ogni genere.
Mentre Roma precipita nel caos, la gente inetta guarda la televisione e senza farsi domande si lascia sedurre da Afareen Torn, il nuovo fenomeno musicale, un ragazzino di soli dodici anni che con la complicità del suo assurdo e inquietante manager Murnau, comincia un'inarrestabile scalata verso il successo planetario. I dettagli della demoniaca vicenda sono tutti da scoprire!
La struttura narrativa è intrigante e complessa. Si susseguono, incalzanti, una serie di vicende folli, pazzesche, che sembrano slegate tra loro e creano un ciclone di tutti gli orrori possibili, da quelli terribilmente reali come la pedofilia e gli infanticidi, alle possessioni e altri enigmi arcaici e biblici. Non manca niente: ci sono gli zombie, gli animali infernali, gli spiriti ed anche le persone crudeli. Durante la lettura la trama si fa fitta e coinvolgente e quando la curiosità è al culmine comincia la risistemazione di tutti gli eventi, che uno dopo l'altro si incastrano perfettamente tra loro e si risolvono in modo inaspettato e sorprendente. Il sangue, lo splatter, il linguaggio volgare, oltre a una notevole dose di violenza, sono onnipresenti e ben dosati per ogni diversa situazione descritta.
Di Orazio massacrata un gran numero di persone, molte delle quali sono realmente suoi amici, omaggiati con una truce e indelebile morte!
Ma oltre a sterminare gente, Pdo, trucida la società e tutta la superficialità dei nostri tempi. Questo libro è da intendersi anche come una delle critiche sociali più originali che si possa trovare. Finiscono fatte a pezzi tante delle nostre sciocche convinzioni, delle vanità di questo tempo in cui apparire è necessario mentre l'essere passa in secondo piano. Ritrae i limiti di un'epoca in cui, contro ogni logica, una comparsata in tv, vale più di tutto, più della vita stessa.
Con le parole Di Orazio dipinge uno scenario pieno di macabri deliri, esplicite e assolute depravazioni. Tutti i sensi del lettore sono chiamati a partecipare a quest'orgia di sensazioni corrotte, soprattutto l'olfatto: l'aroma di fiori freschi è come un velo sugli eventi misteriosi, mentre il marciume e l'odore della putrefazione riempiono le stanze della morte. I personaggi cattivi sono bizzarri, spaventosi e l'inquietudine è accresciuta dalla naturalezza con la quale si dimostrano spietati.
Il risultato è un intenso sommario della crudeltà umana e ultraterrena. Durante la lettura si prova paura, si rimane sconvolti e scossi. Fortemente stimolato il lettore si sente impotente, perde la speranza, la riabbraccia e si fa accompagnare verso il gran finale, che nuovamente lascia piacevolmente sbigottiti.
Un'ultima ironica curiosità: il bel teschio in copertina è stato realizzato unendo un'ortopanoramica vera di Di Orazio con una foto panoramica di Roma.
Insomma, l'horror non si può scrivere meglio di così!
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