Grande Antico che vive o è imprigionato su una stella nera vicina ad Aldebaran, nella costellazione del Toro. Hastur (Colui che non deve essere nominato, Assatur, Xastur o Kaiwan) è collegato alla città di Carcosa, al Segno Giallo, al lago di Hali e al Re in Giallo, inoltre è spesso associato alla decadenza, al nichilismo e alla marcescenza.
Molta è la confusione circa il suo aspetto, descritto come una forza invisibile che può essere percepita solo psichicamente è allo stesso tempo rappresentato come una lucertola bipede con duecento zampe e ricoperta di tentacoli. Quale sia il vero aspetto di Hastur (se mai ne avesse uno), rimane quindi ancora un mistero.
I Tcho-Tchos e gli abitanti di K’n-yan sono noti per adorare Hastur. Il suo culto è considerato particolarmente ripugnante, anche se confrontato con quelli degli altri Grandi Antichi. I sacerdoti di Hastur cercano di riportare il dio sulla Terra e torturano i mi-go (creature extraterrestri) per acquisire una maggior conoscenza. Gli adoratori del dio possono evocarlo quando Aldebaran è in cielo (il momento migliore è durante la notte della Candelora, quando Mercurio è in trigono), disponendo nove monoliti a formare una V, a imitazione della costellazione del Toro. Hastur è anche servito dalla razza interstellare dei byakhee.
Il dio esterno Shub-Niggurath e Hastur sono strettamente legati tra loro: unitisi, hanno dato vita alla stirpe dei Thousand Young. Sembra invece esserci conflitto tra il dio e Cthulhu, quando gli adoratori dei due Grandi Antichi si sono incontrati, hanno cercato di annientarsi a vicenda.
Secondo alcune fonti, Hastur non è affatto un’entità reale, ma piuttosto la personificazione del principio cosmico dell’entropia.
Bibliografia
Haïta the Shepherd – Ambrose Bierce
L'ombra venuta dal tempo – H.P. Lovecraft
Colui che sussurrava nelle tenebre – H.P. Lovecraft
Il tumulto – H.P. Lovecraft, Zealia Bishop
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