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Il seme dell'orrore: Che fine ha fatto Baby Jane?
Il seme dell’horror vuole celebrare i film che per primi hanno voluto raccontare l’orrifico attraverso eleganti immagini che non hanno bisogno di mostrare la paura perché sia percepita. Film che fanno di necessità virtù e che con modellini di plastica e giochi di luci realizzano scenografie più evocative degli infiniti possibili mondi della computer grafica. Queste sono le pellicole che devono salvarci da vampiri macilenti e da licantropi dalla sessualità ambigua affinché il terrore ricominci ad essere una cosa seria, una cosa dalla quale non si può fuggire.
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Vesuvio Breakout
Il romanzo di esordio di Giorgio Riccardi, una zombie novel targata Dunwich Edizioni.
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Il seme dell'orrore: Gli uccelli
Il seme dell’horror vuole celebrare i film che per primi hanno voluto raccontare l’orrifico attraverso eleganti immagini che non hanno bisogno di mostrare la paura perché sia percepita. Film che fanno di necessità virtù e che con modellini di plastica e giochi di luci realizzano scenografie più evocative degli infiniti possibili mondi della computer grafica. Queste sono le pellicole che devono salvarci da vampiri macilenti e da licantropi dalla sessualità ambigua affinché il terrore ricominci ad essere una cosa seria, una cosa dalla quale non si può fuggire.
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Ilaria Tuti è la regina del Premio Algernon Blackwood 2014
Un bambino, una leggenda, un mostro. È "Krampus" l'orrore più grande di questa edizione del Premio dedicato al sovrannaturale.
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Il seme dell'orrore:La cosa da un altro mondo
Il seme dell’horror vuole celebrare i film che per primi hanno voluto raccontare l’orrifico attraverso eleganti immagini che non hanno bisogno di mostrare la paura perché sia percepita. Film che fanno di necessità virtù e che con modellini di plastica e giochi di luci realizzano scenografie più evocative degli infiniti possibili mondi della computer grafica. Queste sono le pellicole che devono salvarci da vampiri macilenti e da licantropi dalla sessualità ambigua affinché il terrore ricominci ad essere una cosa seria, una cosa dalla quale non si può fuggire.
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Il seme dell'orrore: I vampiri
Il seme dell’horror vuole celebrare i film che per primi hanno voluto raccontare l’orrifico attraverso eleganti immagini che non hanno bisogno di mostrare la paura perché sia percepita. Film che fanno di necessità virtù e che con modellini di plastica e giochi di luci realizzano scenografie più evocative degli infiniti possibili mondi della computer grafica. Queste sono le pellicole che devono salvarci da vampiri macilenti e da licantropi dalla sessualità ambigua affinché il terrore ricominci ad essere una cosa seria, una cosa dalla quale non si può fuggire.
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Il seme dell'orrore:I vivi e i morti
Il seme dell’horror vuole celebrare i film che per primi hanno voluto raccontare l’orrifico attraverso eleganti immagini che non hanno bisogno di mostrare la paura perché sia percepita. Film che fanno di necessità virtù e che con modellini di plastica e giochi di luci realizzano scenografie più evocative degli infiniti possibili mondi della computer grafica. Queste sono le pellicole che devono salvarci da vampiri macilenti e da licantropi dalla sessualità ambigua affinché il terrore ricominci ad essere una cosa seria, una cosa dalla quale non si può fuggire.
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Il seme dell'orrore: I tre volti della paura
Il seme dell’horror vuole celebrare i film che per primi hanno voluto raccontare l’orrifico attraverso eleganti immagini che non hanno bisogno di mostrare la paura perché sia percepita. Film che fanno di necessità virtù e che con modellini di plastica e giochi di luci realizzano scenografie più evocative degli infiniti possibili mondi della computer grafica. Queste sono le pellicole che devono salvarci da vampiri macilenti e da licantropi dalla sessualità ambigua affinché il terrore ricominci ad essere una cosa seria, una cosa dalla quale non si può fuggire.
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Premio Algernon Blackwood 2014, pubblicati i nomi dei finalisti
Con ben settantaquattro racconti partecipanti il premio dedicato all'orrore sovrannaturale torna ai fasti della prima edizione, ma con più qualità e un gran numero di scrittrici partecipanti.
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