Nyctophobia – Mondo senza luce è il nuovo romanzo di Carlo Vicenzi uscito per i tipi della Dunwich Edizioni. L'autore è al suo terzo romanzo pubblicato (i precedenti sono Ultima sempre la Dunwich Edizioni e I Cento Blasoni per la Delos Digital).
Dalla quarta di copertina: Le porte della città si sono chiuse alle spalle di Eliana, sul suo capo una sentenza di esilio che ha lo stesso sapore di una condanna a morte. Nessuna luce. Il Buio ha nascosto il sole agli occhi degli uomini e ora il mondo è immerso nell'oscurità. In un futuro distopico gli esseri umani si sono rinchiusi nelle città, dove possono tenere a bada le Tenebre con il fuoco e l'elettricità. Ma l'ignoto ha sempre esercitato un ambiguo fascino sull'uomo e l'Oscurità sembra diffondere un irresistibile richiamo per coloro che le prestano orecchio. Gli sguardi si rivolgono all'esterno, là dove il Buio ha nascosto il mondo e lo ha plasmato a sua immagine: esseri privi di occhi strisciano dove la luce non arriva, creature sconosciute pronte a ghermire chiunque sia abbastanza pazzo da allontanarsi dalle zone illuminate. Come può Eliana sopravvivere in quella nera realtà dove lo spegnersi della fiaccola significa morte certa? E, soprattutto, saprà resistere alla tentazione del Buio?
Nyctophobia non è solo un romanzo horror, urban fantasy, ambientato in un futuro distopico, ma è soprattutto un'epica avventura, dove in un mondo che sembra essersi annullato su se stesso, possono risaltare ancora sentimenti di nobiltà e valore. Ma in un certo senso è anche un romanzo di formazione, dove la protagonista, la giovane Eliana, poco più che una ragazzina inesperta e intimorita al momento dell'esilio da Bologna, si ritroverò coinvolta in numerosi incontri e avventure per lo più sanguinare e al limite della sopravvivenza, che la costringeranno ad adeguarsi fisicamente, ma soprattutto a maturare in fretta un carattere duro e a volte cinico per poter far fronte a una realtà a sua volta dura e crudele. Un mondo fatto di oscurità, che sembra aver plasmato a sua immagine le creature che si sono adattate a viverlo, ma che sembra voler piegare al proprio volere anche gli esseri umani. Il Buio è in questo romanzo qualcosa che ha una sua caratterizzazione, che sembra avere una sua coscienza, e che non vuole per nessuna ragione abbandonare il mondo che ha ricoperto con le proprie spire di non-luce.
Tuttavia c'è ancora qualcuno che ricorda com'era il mondo prima del Buio e che sta studiando un modo per farlo tornare come prima. Il romanzo infatti si svolge su due piani narrativi: Eliana e le sue peripezie per ritornare a Bologna dalla madre e dal fratello, e un gruppo di ricerca capitanata da una dottoressa che arriverà ad assoldare dei mercenari pur di riuscire a recuperare dell'attrezzatura tecnologica che le servirà forse per sconfiggere il Buio.
Il primo incontro che ha Eliana all'esterno della città da cui è stata esiliata è con Glauco, figura fondamentale per la ragazza, perché sembra essere per lei quel padre che non ha. Un uomo di una certa età, che sa bene com'era il mondo prima, ma che allo stesso tempo è stato “toccato” dal Buio.
Ogni personaggio in Nyctophobia è caratterizzato in modo netto, ognuno di loro ha qualcosa di fondamentale da dare alla storia, rimanendo perfettamente impresso nella mente del lettore, ma soprattutto ha qualcosa da donare a Eliana per la sua crescita interiore.
Un altro punto di forza del romanzo è l'ambientazione, perché l'autore avrebbe potuto scegliere di creare dei paesi o delle città fantasiose, e invece ci troviamo proprio in Emilia e nel basso Veneto, terre trasformate dal Buio in luoghi inospitali e malsani, ma riconoscibilissimi.
Numerose sono gli scontri e le battaglie che la protagonista deve affrontare, e noi siamo sul campo con lei, a soffrire, a disperarci, a cercare una fievole luce di speranza in un Buio totale che ci circonda e che sembra chiamarci al suo cospetto.
Non solo un'avventura fantasiosa, quindi, ma un romanzo che ci fa ricordare come ciò che viviamo e vediamo ogni giorno sia una cosa meravigliosa, certo, ma in fondo un regalo, forse una libera e prolungata concessione. Una realtà che dovremmo sempre apprezzare e vivere intensamente, giorno per giorno, perché potremmo perderla da un momento all'altro se non sapremo preservarla e prendercene cura.
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