Bianchi pinnacoli, grigie torri contorte che superano i diciotto metri di altezza, strutture irregolari che si innalzano sul fondale marino come le geometrie non-euclidee delle rovine di una lovecraftiana R’lyeh. O, piuttosto, come i resti finalmente rivelati di Atlantide, la città perduta per eccellenza visto che ci troviamo in pieno Oceano Atlantico…
A qualcosa di simile devono aver pensato anche gli scienziati americani del National Science Foundations quando si sono imbattuti per la prima volta in queste straordinarie costruzioni naturali, scoperte mentre esploravano una montagna sottomarina a circa 1100 km a ovest delle Isole Azzorre.
Il suggestivo complesso, che copre un’area equivalente a circa due campi da calcio, è infatti composto da gigantesche stalagmiti di carbonato di calcio: sorta di enormi camini formatisi, nel corso di milioni di anni, attraverso i depositi minerali di sorgenti calde che li attraversano sgorgando dal sottosuolo.
La spedizione di ricerca, diretta dalla dottoressa Deborah Kelley dell'Università di Washington, ha impiegato negli ultimi tre anni una nave oceanografica e due sottomarini, portando alla scoperta di nuovi organismi e di un ambiente del tutto differente, per biologia e condizioni chimico-geologiche, da ogni altro habitat oceanico finora conosciuto. Elementi, questi, il cui studio potrebbe aprire nuove strade nella ricerca di possibili forme di vita su altri mondi.
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