Luigi Boccia e Nicola Lombardi, due scrittori che non hanno bisogno di presentazioni, sono gli autori del romanzo horror breve La notte chiama, uscito per i tipi della Delos Digital. Dalla sinossi: negli anni Settanta, un massacro disumano macchia indelebilmente le pareti, e l’anima, di Villa Olmo. Chi avrà il coraggio di riaprire quella maledetta casa per ferie immersa nella pace delle Dolomiti? Perché là dentro, nel buio e nel silenzio, i fantasmi attendono, e solo altro sangue potrà placare la loro sete…
E infatti non è certo il sangue che manca in questa storia che prima di tutto è un viaggio interiore nelle menti dei protagonisti, nella loro forza o nelle loro debolezze, ma molto più spesso nei loro drammi personali, che, seppur terribili, non dovrebbero mai trovare il loro fine ultimo in un assurdo massacro preannunciato fin dalle prima righe del romanzo. E tuttavia c'è qualcosa, quel quid in più che evidentemente fa degenerare le cose. I due autori, le cui parole si mescolano alla perfezione senza alcuna discontinuità, sanno dosare molto bene l'orrore, l'introspezione psicologica e quel tanto di sovrannaturale che fa da collante a tanti piccoli tasselli che a loro volta vanno a formare un mosaico orripilante, ma allo stesso tempo tragico, una rappresentazione del male che sa sorprendere il lettore.
E qui entra in ballo la tecnica utilizzata da Boccia e Lombardi. Il romanzo è narrato su diversi piani temporali con altrettanti punti di vista: dalla classica terza persona “dentro” la testa dei vari personaggi, alla parola scritta di un resoconto giornaliero del direttore dell'albergo, per passare alle pagine di un saggio di un giornalista del passato, fino al diario di una ragazzina appena sbocciata nel fiore della propria adolescenza che ancora non sa che sta correndo incontro a un incubo forse destinato a non estinguersi mai. In questo senso è inevitabile anche per il lettore correre con la mente alla forma di narrazione utilizzata da Stoker nel suo Dracula, nel susseguirsi dei diari dei suoi protagonisti; mentre la storia sembra quasi un tributo all'Overlook Hotel di kinghiana memoria, quando, terrorizzati, percorriamo le stanze e i corridoi intrisi di sangue e pulsanti di dolore, dove, assieme agli avventori intuiamo convivere con un brivido anche i fantasmi di Villa Olmo. Tuttavia, allo stesso tempo, i due autori se ne discostano, marchiando quasi a fuoco il romanzo con uno stile proprio e originale.
Di volta in volta Boccia e Lombardi ci accompagnano per mano nei panni di un diverso personaggio, “vestendoci” così di impressioni e sensazioni diverse, calandoci – se vogliamo rimanere in tema – in un cerchio che vuole a tutti i costi chiudersi (sia nel passato che nel presente) attorno a noi, senza che nulla si possa fare per opporsi a una forza del destino cresciuta con il sacrificio dell'innocenza e che continua a reclamare a gran voce il proprio tributo di sangue.
Uscito per la prima volta nel 2011 assieme ad altre quattro storie più brevi di Boccia e Lombardi per i tipi della Dark House Books, La notte chiama è un romanzo che si veste oggi di una nuova e forse ancora più tenebrosa veste. Una veste sinuosa, che a tratti lascia trasparire le vene pulsanti, gonfie del sangue che con incredibile forza scorre tra le pagine che racchiude. Un incubo che sa coinvolgere il lettore per l'intrigo della trama; disgustarlo per le esplicite descrizioni di alcune scene; terrorizzarlo perché un'inaspettata follia può nascondersi dietro ad ogni porta. Ed è forse proprio questa la cosa più spaventosa di tutte: il fatto che questo romanzo ci mostri “dall'interno” il progressivo sgretolarsi di una mente nella premeditazione di un massacro, che forse – e purtroppo – talvolta non è molto distante dai veri e insensati fatti di sangue che troppo spesso accadono nella quotidianità della nostra vita.
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