Un servizio fotografico tra i monti sloveni si trasforma in un incubo per un fotografo snob e le sue modelle. L'incontro con gli abitanti del posto dà inizio a una feroce lotta per la sopravvivenza nello scenario idilliaco della vicina repubblica.
Diretto da Tomaz Gorkic, Idyll è il primo film horror mai prodotto in Slovenia. Questa pellicola se pure ha il merito di essere un’assoluta novità all’interno del poco vario panorama cinematografico sloveno, non aggiunge purtroppo nulla di nuovo a quanto offerto dal cinema mondiale di genere.
Si tratta tuttavia di un’opera piuttosto ben riuscita, buona è la caratterizzazione del fotografo e delle modelle. Gorkic gioca con gli stereotipi e riesce a confezionare personaggi credibili, così come plausibili sono le dinamiche all’interno del gruppo. La scrittura non riserva un trattamento altrettanto cortese agli zotici villain, dipinti come montanari ottusi, bitorzoluti e probabilmente figli dell’incesto. È quindi impossibile non provare disgusto per gli sfortunati bifolchi.
L’incipit è convincente, il continuo ronzio degli insetti contrasta con lo scenario idilliaco dei boschi, ad avvisare che la calma e la bellezza di quei posti sono solo apparenti. Gorkic è paziente, indugia sui volti terrorizzati dei malcapitati stando ben attento a non svelare troppo o troppo poco. Quando però si manifesta il diabolico piano dei montanari, la violenza esplode improvvisa e devastante. Si innesca così una catena di reazioni che sarebbe dovuta spiegarsi più lentamente nel tempo, il regista opta invece per la discutibile scelta di esprimere tutto in pochi concitati minuti. Nella seconda parte del film non resta molto altro da mostrare e quindi sono inevitabili ripetizioni e un drastico calo di tensione, tanto che il film in alcuni momenti cade nella monotonia.
Ambientazione e scenografie sono gli aspetti più apprezzabili della pellicola, gli interni sono cupi e terrificanti, sporcizia e buio contribuiscono ad alimentare il senso di paura e ripugnanza. Buoni gli effetti speciali, il regista dà il meglio di sé durante le scene di cruda violenza, il timido indugiare della camera disturba e allo stesso tempo cattura lo sguardo.
Non particolarmente innovativo è anche il messaggio di fondo: Gorkic mette in scena lo scontro tra classi sociali diverse, il cui reciproco odio deriva oltre che dalla mancata conoscenza dei due mondi anche da una politica che si prodiga ad alimentare diffidenza e odio verso il diverso. E se i montanari sono facilitati nel dare sfogo alla loro natura malvagia dalla discrezione garantita da un luogo ostile e difficilmente raggiungibile, anche la città serba i suoi lati oscuri, prontamente manifestati al riparo da sguardi indiscreti.
Idyll è insomma un film ordinario, ingenuo quando sceglie di sacrificare praticamente tutte le sue vittime durante i primi minuti, ma è altresì un film coraggioso che sceglie di percorrere una strada diversa da quella intrapresa da tutti gli altri cineasti sloveni.
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