Si terrà nei giorni 25, 26 e 27 novembre, presso l'Università degli Studi di Salerno, il convegno internazionale e interdisciplinare dedicato allo scrittore Edgar Allan Poe dal titolo Over many a quaint and curious volume of (not) forgotten lore. Edgar Allan Poe across disciplines, genres and languages.
Organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici e il Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione dell'ateneo salernitano, l'evento a ingresso libero si propone come un'analisi a 360 gradi sulle opere letterarie di Edgar Allan Poe e sulle influenze che la sua produzione ha avuto in campo musicale, recitativo e artistico.
A relatori italiani si alterneranno docenti e studiosi provenienti dalle università di Nottingham, Glasgow e Murcia, ma sarà dato ampio risalto anche alla dimensione musicale con un intervento di Stewart Copeland, batterista e co-fondatore dei Police, che via skype terrà una open lecture dal titolo The Tell-Tale Heart… of mine.
Il convegno si concluderà venerdì 27 novembre con una lectio di Peter Stockwell, uno tra i maggiori studiosi di cognitivismo letterario.
Qui di seguito, la presentazione ufficiale dell'evento:
Perché Edgar Allan Poe? Per la sua capacità di scavare – prima di qualsivoglia freudiano indagare- nelle celle oscure dell’inconscio. Per il suo guardare la morte con occhi molteplici, per il senso di solitudine e angoscia raccontato nella sublimazione di una letteratura che fatale sarà per Charles Baudelaire, Paul Valery, Walt Whitman, Lovecraft, William Faulkner, Herman Melville, Gesualdo Bufalino, Paul Auster, Ray Bradbury, Neil Gaiman e tanti altri ancora. Perché dalla sua scrittura fioriranno (nuovi e/o rivisitati) “generi” e “sottogeneri”: il gotico, il noir, il giallo, l’horror, la spy-detective, l’urban fantasy… Perché quel genio di Roger Corman con la sua irriverente factory ci farà capire con quale qualità e stile il cinema è anche un nido perfetto attraverso cui comprendere ed “attraversare” l’opera di Poe. Allo scrittore bostoniano (o, forse, Baltimoriano?) dobbiamo – al di là delle traiettorie composite della scrittura (emblematico il suo saggio Filosofia della composizione)- il sentire inquieto e malmostoso del mondo. La sua “passione fredda” è ancor oggi di innervante centralità che apre a differenti statuti teorici e tensioni disciplinari: dal cognitivismo alla narratologia, dalla sociologia alla linguistica, dalla psicoanalisi alle politiche di genere… La sua scrittura ingegnosa e profonda, la sua maestria linguistica, il suo stile unico fatto di suoni e visioni, hanno portato di recente Neil Gaiman ad affermare che uno dei segreti per apprezzare Poe è quello di leggerlo ad alta voce. “Read the poems aloud. Read the stories aloud. Feel the way the words work in your mouth, the way the syllables bounce and roll and drive and repeat, or almost repeat… Lines which, when read on paper, seem overwrought or needlessly repetitive or even mawkish, when spoken aloud reshape and reconfigure” (2004). Da qui l’esigenza – sì parliamo di un qualcosa di necessario- di “ritrovare” Edgar Allan Poe in un convegno di respiro internazionale e dalla bicefala natura accademica (tra lingua e comunicazione) e al contempo aperto a “derive” musicali, artistiche, performative e di labirintico immaginario.
Il programma completo del convegno è già disponibile sulla pagina facebook dedicata all'evento.
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