A guardare le occasionali uscite antologiche nel campo della letteratura fantastica in Italia ci si trova generalmente di fronte a due possibili soluzioni: da un lato il classico volume dell’editore medio-alto che ripropone per l’ennesima volta racconti ormai noti al lettore secondo la logica del facile richiamo + cura editoriale inesistente = maggiori margini di guadagno mentre d’altro canto i volumetti delle varie testate amatoriali presentano sì materiale nuovo di giovani autori italiani ma troppo spesso ciò avviene sotto l’egida dello scambio di favori, del tu pubblichi una cosa a me e io ne pubblico una a te che imperversa nel mondo del fandom.
Alia (www.aliaracconti.info), ci piace annunciarlo a gran voce, esula da questi due estremi e sceglie con coraggio una terza via che, appunto perché poco praticata e conosciuta presenta possibili incidenti di percorso ma anche grandi sorprese e soddisfazioni.
Il volume nasce dalla volontà di alcuni autori italiani che hanno trovato nella Cooperativa Studi Libreria Editrice Torino un editore attento in grado di fornire l’adeguato supporto logistico per realizzare questo progetto. Vittorio Catani, Davide Mana, Massimo Soumaré e Silvia Treves sono nomi noti per chi bazzica il fantastico italiano e hanno scelto volutamente di compilare un’antologia libera, priva delle classiche linee guida cui siamo da tempo abituati (tema, area geografica, periodo temporale, categoria di scrittori…) per poter godere di maggiore autonomia nella scelta del materiale.
Ecco quindi un volume di 387 pagine capace di spaziare dalla fantascienza al macabro, dal fantastico al surreale attraversando sia i secoli che i confini geografici. Sono presenti ben 31 racconti di scrittori italiani, giapponesi e americani e se dovessimo individuare un possibile punto in comune a tutti i racconti sarebbe proprio quel loro situarsi in zone di frontiera, ai margini di generi diversi in una continua ibridazione che, per nostra fortuna, rende impossibile la facile catalogazione.
Non aspettatevi quindi i classici stereotipi, non ci saranno serial killer e lupi mannari, né regine elfiche o astronavi spaziali con cannoni laser. Incontrerete piuttosto 4 gigantesche apparizioni mariane sulla Mole Antonelliana, serial televisivi che mutano e sovvertono l’ordine, omini dei cartelli di segnaletica stradale che prendono vita e tanto altro ancora.
A prescindere da possibili critiche qualitative che non ci interessa fare in questa sede quello che davvero rimane nella memoria di Alia è appunto questo sguardo trasversale, potremmo quasi dire obliquo, che è davvero inusuale soprattutto se teniamo conto del generale appiattimento del mercato editoriale, sempre più prono a seguire roboanti e interminabili cicli fantasy tutti uguali l’uno all’altro.
Senza nulla togliere alle altre due è naturale che la sezione giapponese risulti quella più interessante, vuoi per la (relativa) distanza culturale con l’universo settario del Sol Levante vuoi per le trovate dei singoli autori, su tutti Asagure Mitsufumi che propone una duplice percorso di lettura del suo racconto (nels senso più puramente fisico delle pagine da saltare o leggere di volta in volta), sulla scia del celebre Il gioco del mondo di Julio Cortázar.
Anche le scelte per la sezione US, Uk e dintorni rispecchiano un eclettismo di fondo efficacemente motivato da Davide Mana nella sua introduzione e basterebbe comunque la presenza de I vermi della terra di Robert Howard per giustificare l’acquisto del volume.
Impossibile soffermarci su tutti gli scrittori presenti nella sezione italiana, dovendo trovare per forza qualche tipo di difetto diremo che, a fronte di grandi prove da parte di autori quali Silvia Treves, Massimo Soumaré o ancora Davide Mana dobbiamo evidenziare l’inadeguatezza, a nostro parere, della presenza di “grandi vecchi” della sf italiana quali Vittorio Catani e Vittorio Curtoni. Abbiamo detto presenza proprio perché la nostra non vuole essere una critica alla qualità dei loro racconti (ottimi, beninteso) quanto un invito a chi ha già tanto fatto per il fantastico italiano a “farsi da parte” e lasciare il posto ai tanti giovani autori presenti nell’ambiente: una pubblicazione in più o in meno non cambia certo la carriera di Catani o Curtoni mentre può significare molto per nomi più freschi che si trovano di fronte un mercato indubbiamente più asfittico di quello di venti-trenta anni or sono. E’ chiaro però che tali presenze illustri diventano comunque indispensabili se si vuole tracciare un panorama storico della letteratura di genere in Italia.
Segnalazione a parte merita il racconto di Consolata Lanza, sia per la tematica che per l’indubbia capacità tecnica, poche pagine efficaci che segnano la via per chiunque sia stanco di idee e temi già letti centinaia di volte.
Ciliegina sulla torta, Alia2 è corredato da una introduzione generale e tre specifiche per le varie sezioni, parole che meritano una lettura attenta in quanto, una volta tanto, non sono le solite frasi di circostanza ma vanno a formare un piccolo inserto saggistico all’interno dell’opera stessa. Postfazione altrettanto curata e approfondita dell’ineffabile Danilo Arona.
Iniziative come questa devono trovare riscontro da parte del pubblico, pena una lecita progressiva sfiducia da parte di chi, come i curatori di Alia, pensa che si possa fare qualcosa di diverso nel fandom italiano. Potete quindi ottenere ulteriori informazioni sull’antologia visitando il sito sul quale si possono leggere recensioni, interventi e altri racconti ancora che non sono riusciti a comparire sull’edizione cartacea.
Per l’occasione abbiamo incontrato Silvia Treves e Massimo Citi e abbiamo rivolto loro alcune domande.
HM: Quando e come nasce Alia?
ST: Il progetto ALIA ha avuto una lunga gestazione, in gran parte inconscia, com'è «giusto» che sia, dal momento che riguarda da vicino l'immaginario collettivo. Il seme di ALIA è attecchito nella mente dei curatori dell'antologia durante l'adolescenza, in anni, cioé, nei quali un lettore forma il proprio gusto, scopre punti di riferimento, e concepisce passioni durature. Noi abbiamo addentato la mela della narrativa fantastica, abbiamo letto Poe e Algernoon Blackwood, Lovecraft e Williamson, Leiber e Sturgeon, Dick e... e conserviamo scaffali (e bauli, in soffitta) pieni di volumi di fantascienza, di fantasy, di horror. Non siamo gente così strana, tanti lettori da ragazzi hanno battuto le medesime strade e non pochi hanno continuato a farlo, invece di diventare "adulti" e cultori del realismo letterario.
Noi, però, abbiamo avuto la fortuna di incontrarci attorno alla rivista LN-LibriNuovi - che non a caso segue con particolare attenzione la narrativa di genere - e a un altro progetto letterario: Fata Morgana, un'antologia annuale a tema che riunisce racconti di autori noti al grande pubblico o comunque già pubblicati e racconti di esordienti. Se Fata Morgana è un ponte fra mainstream e generi letterari, ALIA è il territorio dell'immaginario senza limiti; esplorarlo richiede bussole e sestanti, cartine e punti di riferimento. ALIA, nelle intenzioni dei curatori e dei collaboratori (primi fra tutti i membri dell'associazione Nautilus che hanno finanziato in gran parte il progetto), dovrebbe essere un kit di orientamento per esploratori del fantastico; per noi rappresenta anche l'occasione di dedicarci alla nostra passione di lettori in maniera proficua, senza sentirci chiamare «fanatici» e «perdigiorno» da amici e parenti.
HM: La sezione che desta maggiore curiosità è senza dubbio quella giapponese. Come è nata l’idea di tradurre alcuni racconti orientali? Come siete giunti a contattare i singoli autori, ci sono stati problemi di copyright?
ST: L'occasione di esplorare la narrativa giapponese ci è stata servita su un piatto d'argento.
LN-LibriNuovi pubblica da tempo una rubrica dedicata alle letterature dell'Estremo Oriente curata da Massimo Citi. Tale rubrica compare anche nella versione on-line della rivista (www.librinuovi.info) ed è stato proprio per mezzo del web che siamo venuti in contatto con alcuni studiosi giapponesi di lingua e cultura italiane. Tramite loro, con una bizzarra triangolazione Torino-Tôkyô-Torino, abbiamo conosciuto Massimo Soumaré, esperto e traduttore di letteratura giapponese, oltre che appassionato di letteratura di genere. Era inevitabile quindi includere autori giapponesi nel primo ALIA. Per il primo volume abbiamo scelto autori non contemporanei (a parte Hayami Yuji) principalmente per contribuire a tracciare una breve storia del genere fantastico nipponico, ma anche la possibilità di tradurre autori molto validi e poco o per nulla noti in Italia e non più coperti da copyright ha avuto parte nella decisione. L'iniziativa, della quale Soumaré ha informato alcuni autori giapponesi contemporanei, è stata molto apprezzata in Giappone, dove definizioni come «fantastico» e «narrativa di intrattenimento» non hanno affatto un significato sminuente come qui da noi. Così, per dimostrarci concretamente il loro apprezzamento, tutti gli autori pubblicati in ALIA2 e le case editrici detenenti i diritti ci hanno offerto i racconti sollevandoci da ogni problema di copyright.
HM: Noi di HM amiamo porre domande indiscrete: che tiratura iniziale ha avuto Alia2? Siete soddisfatti dell’andamento delle vendite (e di quanto venduto stiamo parlando)?
MC: ALIA, come LN-LibriNuovi e Fata Morgana è una produzione in stampa digitale. Questo significa che tirature e ristampe possono essere mirate con molta attenzione riducendo a zero o quasi il numero di rese e le diseconomie degli invii. Anche in questo caso è stata preziosa l'esperienza maturata con LN. La prima tiratura del volume 1 di ALIA – cinquecento copie – è stata preparata sulla base delle prenotazioni raccolte tra gli abbonati a LN e nelle librerie fiduciarie. ALIA si è venduta in buona parte in libreria e in misura minore attraverso gli ordini diretti. Ci ha fatto estremamente piacere che una dozzina di copie sia stata venduta in Giappone, a lettori italiani là per studio o per lavoro e a lettori giapponesi che conoscono la nostra lingua.
ALIA, in definitiva, non è uscita «al buio» e questo può spiegare anche il buon esito delle vendite. In base ai nostri rilievi, fatti in occasione dell'uscita del secondo ALIA, del primo ALIA rimangono nelle librerie una quarantina di copie. Infatti stiamo valutando la possibilità di arrivare a una ristampa. Il primo ALIA si è, a questo punto, pagato da solo. Un risultato che, onestamente, è andato oltre le nostre aspettative. Speriamo che il secondo ALIA arrivi allo stesso risultato o – se possibile – lo migliori.
HM: Alia è un progetto annuale. Possiamo aspettarci sul terzo volume una presenza straniera ancora più variegata? Andrete a “pescare” in altri paesi?
ST: ALIA è un progetto a lungo termine; la scadenza annuale è imposta dalle nostre attuali forze editoriali - ancora esigue - e dalla mole di lavoro che comporta: abbiamo cominciato a pensare ad ALIA2 mentre ancora montavamo la versione definitiva di ALIA1. Nelle intenzioni inziali, ogni numero di ALIA avrebbe dovuto accostare tradizioni letterarie diverse; strada facendo, però, ci siamo resi conto che le aree visitate la prima volta erano molto vaste e impossibili da esaurire in un solo viaggio. Così, oltre a viaggiare in Italia torneremo ancora in futuro in Giappone (altri autori ci hanno già offerto contributi per ALIA3) e nell'area anglosassone. Contemporaneamente, però, vorremmo avvicinarci ad altre tradizioni e ad altre letterature fanastiche poco o solo parizalmente note in Italia: quelle dell'Est europeo, per esempio. Aree come il sud-est asiatico o l'Africa sarebbero interessantissime, ma al momento non disponiamo ancora di contatti e di traduttori. Ma non poniamo limiti a ciò che il futuro può offrirci: solo due anni fa alia era soltanto una fantasia…
HM: Cosa pensi dell’attuale situazione del mercato editoriale italiano, in particolare per quanto riguarda il fantastico? Trovi che il fandom abbia un suo peso specifico o pensi che lettori e fandom siano due realtà slegate fra loro?
MC: L'editoria italiana – parlando del volume di vendite – è ormai monopolizzata da non più di tre gruppi editoriali (Mondadori, RCS Libri, Longanesi-Garzanti) che, articolati in differenti marchi rappresentano più del 90% delle vendite in libreria. Annualmente in Italia vengono pubblicati 55-60.000 titoli nuovi, ma di questi poche centinaia costituiscono la quasi totalità del venduto. Editori "puri" – che non siano parti di più vasti gruppi industriali – come Feltrinelli, Laterza, Il Mulino, Fanucci, Bollati Boringhieri ecc. rischiano costantemente di divenire marginali, come rischiano (o sono già divenute) marginali le librerie indipendenti. Un'editoria così massicciamente in mano a gruppi che mirano a dominare l'intera catena produttiva e commerciale del libro – dalla tipografia alla libreria di catena fino all'«organizzazione» delle recensioni sui grandi mezzi di comunicazione – non è, per forza di cose, un’editoria portata alla sperimentazione o attenta alle nuove proposte. Dominano le traduzioni e i best-seller stranieri, quasi esclusivamente tradotti dall'inglese. Come per le squadre di calcio si preferisce il campione straniero all'autore "cresciuto" in Italia. La produzione italiana per il grande pubblico è per lo più limitata al poliziesco o al thriller, con tutti i rischi di serialità e di ripetitività che questa scelta comporta.
Gli editor competenti sono una razza in via di estinzione, più o meno come lo sono le redazioni editoriali, sostituite spesso da «studi» esterni secondo il principio di «esternalizzazione» (e precarizzazione) della produzione che non è certo stato inventato nell'industria editoriale.
Il fantastico (e ancor di più la fantascienza, il gotico, l'horror e lo «strano») sono considerati generi di nicchia, che mal si prestano ai «grandi numeri» che interessano alle holding. Il risultato l'abbiamo sotto gli occhi: la sostanziale scomparsa del fantastico «adulto» dalle librerie.
Ma questo ha comportato anche il nascere di esperimenti editoriali «marginali» per volontà e scelta (tra questi anche ALIA). Per noi «marginali» la promozione dei nuovi titoli avviene quasi esclusivamente per mezzo di uno strumento formidabile (anche se fortemente dispersivo) come internet. In questo quadro il ruolo del fandom è diventato essenziale. I «fan», sempre meno gruppo acritico di semplici consumatori, sono spesso lettori attenti e dinamici, autoorganizzati in gruppi in continuo contatto – personale e/o telematico –, incarnando potenzialmente il tipo di interlocutori dei quali l'editoria indipendente ha bisogno per poter sopravvivere e svilupparsi.
HM: La domanda che più importa ad alcuni nostri lettori/scrittori: accettate materiale in visione? Ci sono delle linee guida da seguire e dove è possibile inviare il tutto?
ST: Il primo intento di ogni volume di ALIA è quello di disegnare mappe di territori letterari poco noti, o di angoli e livelli ancora inesplorati di luoghi molto visitati. Questo vale anche per la sezione italiana per la quale il curatore, Vittorio Catani, ha scelto sia racconti significativi editi molti anni fa - come quelli di Lo Jacono e di Pederiali - e ormai introvabili, sia autori contemporanei più o meno noti al grande pubblico e che rispecchino modi differenti di declinare il fantastico italiano. Ai criteri di significatività «storica» e di rappresentatività ci atterremo anche per i numeri di Alia a venire; le aree poco esplorate del fantastico italiano sono ancora numerose e Vittorio sta già esaminando materiali interessanti sia storici sia contemporanei. Siamo comunque interessati a ricevere materiali in visione, non tanto per ALIA che segue percorsi almeno in parte sganciati dalla produzione contemporanea, quanto per Fata Morgana che è stata pensata come un incontro fra generi e narrativa «pura» e fra autori di differente esperienza e visibilità. Fata Morgana 8, che uscirà nei prossimi giorni, conterrà, tra gli altri, racconti di Danilo Arona, Alessandro Defilippi, Vittorio Catani, Consolata Lanza, Fabio Lastrucci (secondo classificato al premio Robot di quest'anno), e tre racconti di autori stranieri Per chi fosse interessato, il bando del prossimo fata Morgana 9, 2005, sarà pubblicato entro gennaio nel nostro sito: www.librinuovi.info, nelle pagine dedicate a Fata Morgana. Per informazioni: fata-morgana@tiscali.it.
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