0. Qualche sproloquio d’introduzione...
Non c’è nulla di peggio di litigi e invidie all’interno di un ambiente già piccolo e privo di reali sbocchi quale può essere quello dell’horror in Italia. Siti web che si fanno la guerra invece di collaborare, riviste che rifiutano collaborazioni operando scelte non in base alla qualità bensì seguendo le appartenenze ai vari clan, recensioni al vetriolo o al miele a seconda del grado di amicizia con il regista. Sono tutte cose che indeboliscono e privano di credibilità un ambiente che ha già problemi ben più gravi di cui occuparsi. Questo articolo nasce con l’intento di far conoscere ai lettori di HorrorMagazine una realtà amatoriale composta da innumerevoli giovani registi che cercano di proporre la loro personale visione in mezzo alle mille difficoltà che comporta l’attività cinematografica nel nostro paese. Tale attività fa capo alla lungimiranza e intelligenza di un sito che altri potrebbero definire “rivale” o “concorrente” di HorrorMagazine. A mio parere c’è invece posto per tutti e spazio per ogni tipo di scambio e collaborazione. Mi perdonerete se, in questa occasione, sospenderò ogni tipo di giudizio critico: impossibile applicare al cortometraggio di un esordiente gli stessi strumenti di analisi validi per un blockbuster hollywoodiano, ingiusto evidenziare le pecche (alle volte tremende, sia chiaro...) di prodotti che spesso rappresentano un primo passo in un percorso che si spera in continua evoluzione. Lasciamo ai singoli spettatori il peso e la responsabilità di premiare i singoli registi seguendone o meno gli sviluppi futuri dopo aver visionato le loro prime opere.
1. Tirrenia Trema, scosse dell’ottavo grado scala Mercalli
Tirrenia Trema è il nome scelto per l’importante manifestazione giunta nel 2004 al suo secondo anno di vita, un vero e proprio festival di cinema horror che, accanto a capolavori dei più noti maestri internazionali propone la visione di decine di cortometraggi di autori italiani. Tre giorni, o meglio tre notti di full immersion in un universo di zombi e budella, di serial killer e schizzi di sangue attraverso l’intelligente soluzione di partire verso le 21.30 con una dozzina di cortometraggi per poi proseguire ‘round about midnight con alcuni classici del calibro di Wes Craven, David Lynch, Sam Raimi o George Romero. Il tutto nell’ultima settimana di giugno, quando gli impegni scolastici e lavorativi si fanno più leggeri, l’aria più calda e frizzante e l’occhio voglioso di visioni torbide. Dove? Presso il cinema Ciak, in via Pisorno angolo via Dell’edera Tirrenia a Pisa. Posizione fortunata, equidistante rispetto a molte regioni italiane (ok, gli amici siciliani potrebbero aver qualcosa da ridire...) in una città particolarmente ricettiva nei confronti dei turisti e in grado di offrire sistemazioni economiche e dignitose per l’intera durata del festival. Se aggiungete a tutto questo l’opportunità di conoscere di persona molti altri fan con i quali ci si è spesso confrontati solo sui vari forum elettronici capirete che l’evento diventa davvero importante.
2. Wanted dead or alive: i responsabili del terremoto
Tirrenia Trema nasce dalla volontà e dalla passione dello staff di Horror Cult, idealmente rappresentato e guidato da Federico Caddeo e Marco Castellini e dalla disponibilità e interesse del Cineclub L’Arsenale di Pisa, nella persona di Andrea Ciucci. (Maggiori informazioni si possono ricavare visitando i rispettivi siti arsenalecinema.it e horrorcult.com). Esiste un dvd contenente l’intero programma della prima edizione del festival (quella del 2003) con schede biografiche per ogni regista e ben sei cortometraggi scelti fra quelli in concorso.
Il dvd si può ordinare presso al prezzo di otto euro comprese le spese di spedizione presso info@horrorcult.com.
3. Esami di maturità. I sei cortometraggi.
La scelta presente all’interno del dvd offre una vasta gamma di stili e tematiche, si spazia dalla classica storia psycho killer al prodotto più sperimentale attraversando l’immancabile parodia di genere.
Pur fra mille differenze ed eccezioni pregi e difetti sembrano essere gli stessi: a fronte di una buona attitudine dietro la macchina da presa e sostanziale cura per alcune componenti quali fotografia, colonna sonora ed effetti speciali (ammirevoli, tenendo conto del budget inesistente!) bisogna purtroppo sottolineare i due punti deboli più importanti dell’intera operazione ovvero la sceneggiatura e il casting.
Storie derivative o inesistenti e attori spesso sotto la soglia della sufficienza sono sicuramente ostacoli di cui tenere conto ma, allo stesso tempo, rappresentano lati facilmente migliorabili con il tempo e l’esperienza. Si ha la sensazione che si tenda a una generale sottovalutazione dello script mentre è proprio da un buon soggetto e da una sceneggiatura curata che si pongono le basi per un prodotto dignitoso.
A contrastare i lati negativi abbiamo una sorprendente cura nei confronti della colonna sonora sia per quanto concerne la scelta dei brani che per quel che riguarda l’accoppiamento con la componente visuale e un’attenzione insperata per le location delle riprese. Scendendo nei particolari:
Se la notte finisse di Piero Cannata (16 minuti) parte dalla vicenda di una ragazza uccisa in una casa nel bosco per proiettarci nella notte da incubo di due giovani coppie perseguitate da un feroce killer. Vari premi vinti in alcuni festival italiani per questo corto nel quale il regista mostra buona attenzione nei confronti del paesaggio: vi sono alcuni momenti che rieccheggiano decisamente quell’orrore panico che Peter Weir ha saputo così bene rappresentare in Picnic ad Hanging Rock ed è proprio su questo tipo di sensazione che, a mio modo di vedere, dovrebbe insistere Cannata nei suoi prossimi filmati.
Ultima estate a Shell Beach (15 minuti) di Maurizio Gambini e Cristiano Stocchi è un progetto molto ambizioso, ricco di influenze intellettuali e temi alti. Tratto da un racconto di Francesco Cortonesi, girato con ottima fotografia e professionale voce off questo corto si struttura attraverso una serie di immagini suggestive, apparentemente slegate fra loro, una successione di frammenti di sogno che portano poi a un finale forse un po’ troppo moraleggiante ma di sicuro impatto nella sua “sorpresa”. Alcuni momenti devono molto ad artisti quali Dalì e Magritte e i premi raccolti in giro per l’Italia confermano la bontà del tutto.
Porn for alien di Consuelo Giorgi (14 minuti) è una folle e allucinata galleria di scene statiche nelle quali vediamo alcune ragazze morte nei modi più diversi (suicidio, overdose, incidente...), tutte abbigliate in modo provocante. La seconda parte del video, ambientata in un ex-macello, ci svelerà il mistero che si annida dietro questi cadaveri. Arricchito da un’ottima scelta di brani musicali il video presenta, specie negli ultimi secondi, una visione morbosa e disturbante davvero singolare nel panorama attuale. E’ anche l’unico dei sei filmati a essere diretto da una ragazza e quello a più alto tasso di erotismo.
Robot Blood: Robotstain di Davide Pesca (8 minuti) si può tranquillamente definire un Corto Circuito/Hardware in versione horror e se la realizzazione degli effetti speciali del killer meccanico può far storcere il naso (ma provate voi a costruire un robot assassino senza i fondi di una major!) il tono generale della vicenda, le due uccisioni e la recitazione più leggera e sciolta del solito segnano punti a favore per il giovane regista.
Super Capitano Bortolo di Vincenzo Cervoni (10 minuti) è, senza nulla levare agli altri filmati, la vera stella della raccolta. Per usare le parole del suo autore si tratta della storia di un supereroe alla power rangers che lotta contro dei trafficanti di droga; le sue armi sono uno schiacciapatate, un tubo del condizionatore d’aria e una lampada da tavolo dai super poteri. Attraverso le armi dell’ironia e dell’ultragore Cervoni ci regala dieci minuti di risate e situazioni paradossali (i trafficanti di droga sono attori italiani che recitano in finto giapponese con sottotitoli di traduzione e vedere l’aspirapolvere in azione è esperienza difficilmente dimenticabile) assai godibili.
Chiude il dvd The Home 3 Zombie Resurrection di Mirko Lomuscio (15 minuti), un viaggio notturno di tre ragazzi che, attorniati da orde di zombi, devono cercare di arrivare a Roma per svolgere un rituale che possa porre fine alla maledizione dei morti viventi. Forse nulla di nuovo dal punto di vista della trama ma ottimo mestiere del regista, ambientazione claustrofobica e buoni effetti speciali riscattano l’intero cortometraggio che strizza l’occhio al lavoro di maestri quali Sam Raimi.
4. Qualche sproloquio in chiusura...
Tirrenia Trema è solo il primo passo di HorrorMagazine in quello che sarà un percorso di apertura verso l’intera scena indipendente italiana, sia per il cinema che per tutte le altre espressioni artistiche. Avete dei cortometraggi nel cassetto? Conoscete una manifestazione, una serie di mostre o avvenimenti che hanno a che fare con l’orrore e il macabro? Non esitate a segnalarle in redazione e noi vedremo di fare il possibile per pubblicizzare al meglio il tutto. Il ragionamento alla base di una decisione del genere è uno solo: più gente conosce determinati prodotti più soldi vengono messi a disposizione degli artisti per creare nuove realtà che renderanno forte e duratura la scena dell’horror italico, troppo a lungo rimasta chiusa in stanze dall’aria viziata. Il dvd in questione rappresenta un ottimo mezzo per mettere in comunicazione gli operatori di questo settore in quanto ogni scheda dei registi è corredata di indirizzi mail per poter scambiare opinioni, idee e progetti con i diretti interessati.
Tenete quindi d’occhio queste pagine per una serie di interviste con alcuni di questi promettenti registi!
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