Alien: Isolation è un survival horror in prima persona che genera paura nel giocatore e rievoca la tensione del classico film di Ridley Scott.

Dopo le precedenti prove con Aliens: Infestation (2011) e Aliens: Colonial Marines (2013) SEGA ci riprova e si tuffa direttamente alle origini del mito, cercando di riprodurre la stessa atmosfera della pellicola creata dal genio Ridley Scott, dotando Alien: Isolation di una trama complessa e direttamente connessa alla trama del film del ‘79.

I giocatori in questa nuovo avventura,  si troveranno catapultati in un costante clima di terrore e in situazioni imprevedibili e mortali, durante la fuga da uno spietato xenomorfo: si troveranno senza alcun tipo di preparazione e senza armi, con la necessità di utilizzare le risorse trovate lungo la strada, improvvisare soluzioni e utilizzare l’ingegno, non solo per avere successo nelle missioni, ma semplicemente per rimanere in vita.

Nei panni di Amanda Ripley, figlia della ormai famosissima Ellen Ripley, si parte a capofitto alla ricerca di tracce lasciate dalla madre. Dopo un inizio senza troppa adrenalina, utile però a comprendere le meccaniche di gioco e la complessità trama, l’esperienza di gioco diventa una vera e propria caccia,

dove il cacciatore sarà la terribile creatura aliena e il giocatore la preda, in una sorta di partita a scacchi tra le due parti.

La protogonista dovrà essere guidata da un nascondiglio all'altro cercando di ripararsi dagli agguati della creatura aliena con l'aiuto di di stipetti, scrivanie e condotti d’aerazione attraverso un' ambientazione ben curata e molto fedele all’opera cinematografica. Nei panni di Amanda potremo sentire la creatura strisciare sopra o sotto di noi, vedere la sua ombra dietro l’angolo, rimanere in silenzio vedendola annusare l’armadietto nel quale ci siamo nascosti in una tensione sempre crescente.

L'intelligenza artificiale della creatura è senza dubbio di alto livello tecnologico: l’alieno sarà capace di sentirvi attraverso il dispositivo kinect, vedervi da molto lontano e tendervi agguati dai condotti di aerazione. Qualche pecca e lacuna (probabilmente voluta dagli sviluppatori) invece in quella dei "sintetici", androidi presenti anche nell’opera cinematografica.

Nonostante la grafica dei personaggi non sia “all’ultimo grido” (cosa che non vale per la caratterizzazione dello xenomorfo, che, invece, è perfetta), la cura dei dettagli dell’ambiente, al contrario, è a dir poco maniacale come, per esempio, la presenza su alcune scrivanie di terminali disegnati in puro stile anni ’80, con colori bicromatici in tonalità di verde e tastiere incorporate. La messa in scena risulta quindi credibile e ben realizzata, pesantemente claustrofobica per la presenza di lunghi corridoi, l'atmosfera, profondamente valorizzata dai contrasti d’illuminazione tra la zone buie e quelle ben illuminate dalle luci al neon.

Anche la colonna sonora risulta bene riuscita, nonostante non sia così ricca, perché in molte scene viene usato il silenzio allo scopo di terrorizzare il giocatore, risulta, quando utilizzata, di buona qualità e dinamica a seconda dell’evolversi della trama e delle situazioni.

La giocabilità, come già accennato, è assai diversa da qualsiasi altro FPS (First Person Shooter): gli anni passati a sparare agli alieni o a qualsiasi altra cosa si muova non saranno per niente utili. Non è possibile uccidere il mostro, può essere solo ingannato o aggirato e quasi sempre essere scoperti significa morire, spesso per cause e situazioni differenti.

Bisogna essere pronti a saper attendere, ponderare bene ogni singola mossa all’ombra di una scrivania, dentro un armadietto o un condotto. A aumentare il carico di adrenalina, sempre ripercorrendo i passi del film di Scott, ci verrà in aiuto solo un oggetto a sostituzione di una arma contro l’alieno: il rilevatore di movimento. Il suo suono intermittente diventa quasi un incubo per il giocatore, perché significa dover prestare attenzione, significa che da un momento all’altro lo xenomorfo ci può trovare, e quindi uccidere.

Tutta la trama può coinvolgere il giocatore dalle 18 alle 25 ore di gioco, rischiando però di rendere le situazioni ripetitive.  Questa caratteristiche ed alcuni cali di framerate riscontrati possono costituire le note dolenti del videogioco. Anche il finale della gioco non presenta particolari soprese, ma in questo caso entrano in campo i gusti personali.

  In conclusione, Alien: Isolation riprende le scelte e le atmosfere di Ridley Scott consegnando al giocatore un videogame ripieno di tensione e delle tipiche meccaniche stealth. Se siete in cerca di paura e tensione quindi non potrete che rimanere contenti dell’acquisto di Alien: isolation.

Extra

Microsoft Windows, PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360, Xbox One