Trama: La “povera” Sarah viene catturata insieme al figlio di nove anni Tim da Bob, psicopatico a bordo di un taxi.
Perché vederlo: È Vincent”Full metal jacket”D’Onofrio a concedere anima e corpo all’“orco”, impegnato a crescere in maniera squallida il ragazzino – con le fattezze di Evan Bird – all’interno della sua altrettanto squallida dimora; tenendolo incatenato e facendogli mangiare i propri avanzi, fino ad assumere i connotati di Eamon Farren.
Sotto la regia della figlia d’arte Jennifer Lynch, invece, è la Julia Ormond già diretta dalla regista nell’indagine poliziesca Surveillance ad incarnare brevemente la donna; man mano che la circa ora e mezza di visione viene costruita su una struttura tutt’altro che classica volta ad alternare in più occasioni presente e passato tramite flashback.
Del resto, mentre è un lento ritmo di narrazione a dominare il tutto, risulta sempre più chiaro che sia un controverso thriller altamente claustrofobico e traboccante morbosità quello che prende forma in maniera progressiva.
Un controverso thriller che colei che esordì nel 1993 tramite il discusso Boxing Helena, pur tirando in ballo diversi cadaveri femminili barbaramente conciati affronta ricorrendo raramente al sensazionalismo da immagine esplicita e privilegiando, al contrario, il delineamento dell’aspetto psicologico; tanto più che al centro dell’insieme abbiamo la sempre delicata e non facile tematica del trauma infantile.
Forse il suo lavoro più riuscito, grazie anche alla lodevole prova del cast.
Curiosità: Presentato presso il Torino Film Festival, il film, datato 2012, non è mai approdato nelle nostre sale cinematografiche, ma è stato distribuito direttamente in dvd.
In una piccola parte troviamo la Gina Philips che fu protagonista nel 2001 di Jeepers creepers – Il canto del Diavolo di Victor Salva.
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