Trama: Il giovane Jonathan Parker si trova a dover fronteggiare il sanguinario serial killer Horace Pinker, che, giustiziato sulla sedia elettrica, ha acquisito il potere di possedere i corpi delle persone.
Perché vederlo: Considerando che ai tempi della sua realizzazione, nel 1989 (ma nelle nostre sale arrivò l’anno dopo), era già stato preceduto da Prison (1987) di Renny Harlin e dal contemporaneo La casa 7 (1989) di James Isaac, entrambi incentrati su un giustiziato deciso a continuare la propria attività di stermina-innocenti anche dopo la morte, non è certo delle più nuove l’idea alla base del lungometraggio di Wes Craven; il cui boogeyman protagonista, tra l’altro, magistralmente incarnato da Mitch Pileggi, si mostra capace di trasferirsi attraverso l’energia elettrica come il defunto cantante heavy metal Sammi Curr visto in Morte a 33 giri (1986) di Charles Martin Smith.
Il creatore di Freddy Krueger, però, sebbene – a causa di sequenze sospese tra incubo e realtà probabilmente imposte dalla produzione – avesse all’epoca rischiato di far apparire il tutto come un maldestro tentativo di regalare al pubblico una rilettura cyberpunk dell’artigliato trucida-teen-ager nightmariano, ad oltre vent’anni di distanza ci convince di essere stato, in verità, decisamente avanti coi tempi.
Perché non solo Sotto shock, in maniera decisamente più vicina alla celluloide della paura d’inizio XXI secolo che agli slasher sfornati negli anni Ottanta, fa trascorrere almeno quaranta minuti di visione prima che Pinker cominci a incarnarsi, ma sfodera anche un affascinante e tutt’altro che celato attacco alla pericolosità del piccolo schermo – a partire dal fatto che l’omicida sia proprio un tecnico riparatore di televisori – destinato a manifestarsi in mezzo ai fotogrammi e ad essere ribadito da diversi dialoghi; fino al divertente, assurdo inseguimento conclusivo all’interno delle varie trasmissioni tv.
Del resto, complici situazioni come quella ambientata nel parco con la bambina o l’altra in cui abbiamo una poltrona posseduta, non è certo una spruzzata di indispensabile ironia ad essere assente nel corso di un sottovalutato gioiellino ulteriormente impreziosito da una splendida colonna sonora hard rock spaziante da Shocker dei Dudes of wrath alla rilettura per mano dei Megadeth di No more Mr. Nice Guy di Alice Cooper.
Curiosità: A ricoprire il ruolo del giovane protagonista Jonathan è Peter Berg, in seguito divenuto regista di titoli del calibro di Cose molto cattive (1998), Hancock (2008) e Battleship (2013).
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