Ci sono scrittori che s’aggrappano ad un genere letterario e non se ne staccano più, riciclandosi a ripetizione. Ce ne sono altri che vagano sterilmente di genere in genere, alla vana ricerca del successo. E ci sono scrittori che attraversano i generi letterari come una tempesta posseduta dal demonio, rimestandone i contenuti, rivoltandone le leggi, sconvolgendone gli equilibri, riuscendo nello stesso tempo a creare pagine di rara bontà e raggiungere la meritata fama.
Joe R. Lansdale appartiene a quest’ultimo gruppo.
In Italia è ancora una figura di culto che stiamo imparando a conoscere da qualche anno, spesso associata al riduttivo epiteto di “lo Stephen King del Texas”. Dopo due pallidi tentativi della Bompiani e della Phoenix, e un paio di “colpi” della Mondatori, sono state l’Einaudi e la Fanucci ad investire concretamente su di lui e a “importarlo” massicciamente nel nostro paese.
La Fanucci pubblicò Maneggiare con cura nella sua collana AvantPop quasi due anni fa, e oggi lo ripropone al pubblico nel più economico formato pocket nella sua collana TIF. Si tratta di un’antologia di racconti appositamente assemblata per il mercato italiano, che raccoglie il meglio della produzione breve dell’autore americano. Tredici racconti, tutti datati tra il 1982 e il 1994, più due brevi saggi sul suo rapporto con l’horror e una pregevole postfazione di Luca Briasco e Mattia Carratello.
Texano D.O.C., classe ’48, sposato con figli, maestro di arti marziali, Lasdale ha scritto più di venticinque romanzi e centinaia di racconti, vinto cinque Bram Stoker Award e influenzato migliaia di autori in tutto il globo, sia in campo letterario che cinematografico e fumettistico.
E’ un intrattenitore nato: saprebbe rendere emozionante anche il racconto di vostra madre alle prese con le pulizie di casa. Aspiratutto e stracci bagnati acquisterebbero spessore drammatico, il secchio colmo di detergente e la scopa s’arricchirebbero di carisma, polvere e sporco diventerebbero avversari tanto terribili quanto memorabili, e il tutto sarebbe narrato con sapienti tocchi di cinismo, azione, humor, realismo, e quel certo “non so che” tipico dei grandi scrittori.
Autore mai domo e appassionato divoratore di tutto quello che viene ingiustamente considerato di serie B (come l’horror, il western, l’hard boiled, il pulp, la fantascienza, i fumetti) Lansdale crea senza preoccuparsi del mercato e cercando di soddisfare principalmente se stesso e i sui gusti. I suoi lavori provocano dipendenza, e le quasi 330 pagine di narrativa che compongono questa raccolta non saranno sufficienti a placare il bisogno che avrete di lui dopo averle lette.
La sua ricetta? Un po’ di Faulkner e di Mark Twain, di Carpenter e di Roger Corman, di Matheson e di Ray Bradbury, di Bukowski e di Elmore Leonard, agitare bene e servire freddo, accompagnato da hamburger e chili.
In questa raccolta ci sono tutti i suoi piatti migliori. C’è l’horror puro di L’Arena, La Notte che si persero il film dell’orrore, e Una sera al Drive In. Le contaminazioni di Nel deserto delle Cadillac, con i morti e Piccole suture sulla schiena di un morto. La poesia di Treni che non abbiamo preso, l’ironia pulp di Girovagando nell’estate del ’68 e Un signor giardiniere. Il misterioso gotico di Non viene da Detroit, il weird di La Notte dei pesci, il divertimento puro di La bambola gonfiabile: una favola e Godzilla in riabilitazione.
Ogni storia è un pretesto per trattare argomenti universali come amicizia, sesso, insicurezze, razzismo, amore, follia… e il suo adorato Texas, dove tutto è “vasto e grande e vero”, sia le cose positive che quelle negative.
Per soli 8€ è forse il regalo migliore che possiate farvi, una pedana pronta a lanciarvi nel suo universo… siete pronti a volare?
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