Là fuori c’erano lunghi tratti paludosi, torrenti e tronchi tanto fitti che uno scoiattolo non poteva correrci attraverso senza aiutarsi con un machete. Il terreno era brutale. Nero fango gelido in inverno, vaporoso e infestato di zanzare in estate, pieno di grassi e velenosi mocassini d’acqua, forse i serpenti più spiacevoli da incontrare dell’intero creato.
Ecco com’è la palude a cui fa riferimento il titolo di questo eccellente romanzo di Joe R. Lansdale, scritto quattro anni fa e vincitore del Premio Edgar. Edito in Italia per la prima volta nel 2002 dalla Mondadori (con l’inappropriato titolo Sotto gli occhi dell’alligatore), viene oggi riproposto al pubblico dalla Fanucci nella sua collana Collezione Immaginario Dark.
Nel Texas orientale dei primi anni ’30, le cose vanno bene per Harry e la sorellina Tomasine, i due piccoli protagonisti del romanzo: crescono sereni in una casa al confine col “grande bosco”, in compagnia del loro cane Toby e protetti dall’amore dei genitori. Ma presto, nella palude, faranno una macabra scoperta che cambierà per sempre la loro esistenza: il cadavere di una giovane donna di colore, legata ad un albero e torturata a morte.
Ed è solo l’inizio…
Altri cadaveri seguono il primo, e Jacob (il padre dei due bimbi oltre che sceriffo part time e barbiere) si getta nelle indagini, tra l’incredulità generale, misteriose leggende popolari, e le prime avvisaglie di una “caccia al negro assassino”…
In un'epoca dove i serial killer erano una “razza” ancora da scoprire e la cultura tanto rara quanto un fiore in un letamaio, in un luogo dove il Ku Klux Klan dettava legge e gli uomini di colore valevano meno del cappio a cui spesso venivano impiccati, riuscirà la verità a venire a galla o resterà per sempre a marcire sul fondo della palude?
Lansdale ama profondamente il suo paese, il Texas, ma non è accecato dal patriottismo di convenienza o dal bigottismo di maniera, anzi. Di “casa sua” conosce pregi e difetti, e non perde occasione per scagliarsi su questi ultimi, qui come in altri suoi romanzi: l’opera è infatti pregna di denuncia sociale ed ecologica, tanto genuina quanto diretta e impietosa. E’ questa la base su cui l’autore ha poi costruito un banale romanzo di formazione dai putridi risvolti gialli. Da una parte Jacob, alle prese con un assassino perverso e una matassa da sbrogliare, dall’altra Harry, per la prima volta di fronte al lato oscuro della vita.
Lo stile è “puro Lansdale”: scrittura decisa, asciutta, fresca. Adrenalina e orrore si mischiano allo humor vivace e volgarmente creativo. I personaggi si animano davanti ai nostri occhi, diventano reali, una galleria di individui che lasceranno il segno nella nostra memoria.
In questa ricchezza di stile e contenuti passa decisamente in secondo piano il fatto che la trama non sia nulla di particolarmente complesso e che l’identità dell’assassino sia facile preda dei lettori più intuitivi.
Ma come disse una volta il vecchio campione del ring Larry Holmes parlando del giovane Mike Tyson: sai quel che farà, sai come lo farà, ma non hai speranza di riuscire a fermarlo.
Un libro per i figli, per i padri, per i nonni.
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