Lo scorso 11 giugno i Ghost hanno conquistato Milano, portando con sé una ventata di aria bollente e arida direttamente dall'Inferno: appuntamento ai Magazzini Generali, per uno show tanto atteso quanto intriso del mistero che la band svedese si porta dietro dagli esordi. Ad aprire alla band di Papa Emeritus II e dei suoi Nameless Ghouls, i Crimson Dawn e il loro doom, con uno show di circa 45 minuti in abiti rituali, tali da richiamare alla mente lo stile degli headliner. Uno show piuttosto piacevole, ma vittima dell'attesa fremente di poter vedere quelle nere figure capitanate da un papa tanto terrificante, quanto affascinante, nonostante il pubblico abbia avuto reazioni molto positive. Un'attesa straziante quella del cambio palco, avvolto in canti gregoriani, luci azzurrognole e odore di incenso bruciante, proveniente dagli amplificatori: si abbassano le luci ed eccoli entrare in scena, avvolti nelle tenebre di un oltremondo tanto vicino quanto orrorifico. I Nameless Ghouls prendono posizione, mentre il coro di Infestissumam parte lanciando nel delirio più totale il pubblico estasiato: il rituale è iniziato nella maniera più panica ed esaltante possibile. L'ingresso del Papa è a dir poco trionfale, accolto tra le grida di un pubblico di peccatori, mai stati tanto felici di essere tali: qualche parola in italiano, la benedizione ai fedeli presenti, ed ecco che la messa può iniziare, avvolta nel delizioso fresco artificiale dell'aria condizionata, sicuramente una manna dal cielo per i Nostri celati negli abiti di scena.
Una scaletta ricca di sorprese, un mix perfetto tra Opus Eponymus, Infestissumam e l'EP If You have Ghost, del quale il Papa e i suoi Ghouls hanno riproposto (con enorme piacere) la title track: è proprio su If you have Ghost che il potere dell'Oscuro – presente, vivo, vegeto e divertito dallo show del suo emissario – ha deciso di far arrivare alla sottoscritta il plettro del Nameless Ghoul Alpha direttamente sotto il piede destro, un cimelio che porta con sé tutto il mistero e il fascino di sei loschi individui, tanto spettrali quanto adorabili. Tra i brani più apprezzati e attesi, la tuonante Ritual, la seducente Elizabeth e la classica Stand By Him, cantate all'unisono da un pubblico così devoto al caro Papa. Sulle battute finali, dopo una breve pausa a effetto, i Ghost tornano sul palco proponendo le ultime due tracce della setlist, Ghuleh/Zombie Queen e Monstrance Clock, preceduta da un discorso del Papa tanto delizioso quanto malinconico: il sentore che la fine si avvicina, purtroppo, comincia ad aleggiare nell'aria. Papa Emeritus II, con baci e inchini in tutte le direzioni, seguito dai suoi prodi Ghouls senza nome, saluta Milano, definitivamente, nonostante tra il pubblico sia rimasta viva per qualche minuto la speranza che fosse una finta.
Chi l'avrebbe mai detto che una Messa sarebbe stata così piacevole? Chi l'avrebbe mai detto, su queste pagine, che l'idea di una Messa finita potesse lasciare così rattristati e devoti da sperare di potersene godere un'altra – dello stesso genere, s'intende – entro breve tempo! Quello dei Ghost è un rituale vero e proprio, nel quale ci si trova a bocca aperta ad ammirare un mostruoso individuo in abiti clericali intento a muoversi da burattinaio, dirigendo i movimenti dei musicisti senza volto legati a lui da un filo immaginario del colore della pece. Uno show talmente ricco e generoso, da lasciare una pennellata indelebile di nero e mistero nell'anima, tanto intrigante quanto infernale.
Setlist:
Infestissumam
Per Aspera ad Inferi
Ritual
Prime Mover
Jigolo Har Megiddo
Con Clavi Con Dio
Elizabeth
Body and Blood
Death Knell
Here Comes the Sun
Stand By Him
Genesis
Year Zero
If You Have Ghosts
Encore:
Ghuleh / Zombie Queen
Monstrance Clock
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