Sinossi:
Un gruppo di ragazzi, seguiti da una guardia costiera si dirige verso un’isola al largo della Florida per partecipare a un grandioso rave party ma scoprono ben presto che il posto è letteralmente invaso da zombie e altri tipi di mostri che predano qualsiasi ambiente possibile, acqua, terra e aria, comandati da una misteriosa entità che si nasconde nella House of the dead...
Giudizio critico:
Rumore di telefono che squilla tra urla femminili.
IT: “Chi rompe?”
ES: “Io, capo. Volevo chiederti una cosa prima di scrivere la recensione di House of the dead.”
IT: “Non chiamarmi capo. Anzi, se ti riesce cerca di darmi del lei...”
ES: “Posso dargli zero stellette?”
IT: “No.”
ES: “Eddai! Perché? E' orrendo, davvero...”
IT: “Nessun film può meritarsi zero, dai, non fare il solito rompiballe!”
ES: “Vabbè, allora vattelo a vedere tu, soffri come un cane per novanta minuti e poi ti scrivi la recensione.”
IT: “Uff, guarda che già fa caldo, se ti ci metti anche tu non posso garantire la tua incolumità fisica, ok?”
ES: “Giusto. Mi rimane solo il fisico, la mente è partita dopo questo magnifico film.”
Urla di torturati e vergini sacrificali come sottofondo, in entrambe le case...
IT: “Dai, senti, dagli una stelletta poi lo stronchi nella recensione, ok?”
ES: “E cosa scrivo?”
IT: “....”
ES: “Sei laconico capo... Boh, mi inventerò qualcosa sul metacinema che, non sazio di letteratura e musica, cannibalizza anche i videogame...”
IT: “Ecco, bravo, tu cannibalizza pure che io ho cose più serie...”
Cantilene e salmi in linguaggi lovecraftiani, rumori melmosi e borbottii cosmici di divinità agonizzanti...
ES: “No, dai aspetta, non attaccare che d’estate mi sento sempre solo. Vado in questi cinema vuoti, ci sono solo vecchiette che hanno sbagliato film e ragazzini che pomiciano nelle ultime file e ogni tanto mi guardano come se fossi un maniaco... Ma sai che sto House of the dead è il peggior film della stagione? In tre a scrivere soggetto e sceneggiatura, ci credi? Dei ragazzi che vanno a un rave vestiti come dei cretini e vengono inseguiti a zonzo da dei mostri senza senso. Il video gioco era quaranta volte meglio!”
IT: “Non saprei. Non gioco ai videogame, preferisco operare dal vivo!”
ES: “Ah ah. Ho il direttore spiritoso, Ivo Giulivo... Ma sai che nelle prime scene c’è la più grande pubblicità mai vista in un film? Un gigantesco striscione con su scritto SEGA, la casa di produzione del gioco!”
IT: “Ora non farmi il moralista, ognuno ha i suoi scheletri nell’armadio.”
Rumore di armadi che si aprono e scheletri che camminano.
ES: “Giusto, capo. Per tutto il film ti sembra di guardare due tuoi amici giocare alla playstation senza poter partecipare, atroce... I personaggi sono unidimensionali quando va bene, non ricordo nemmeno le frasi che dicono, ci sono solo zombie e sparatorie...”
IT: “Vabbè, allora scrivi quelle tue solite pirlate sulla fotografia, il montaggio analogico, splendida location tropicale, ecc ecc...”
Rumore soffocato di sbadiglio.
ES: “Ma hai la febbre? Deliri, capo? L’isola era di cartapesta con quattro palme finte, il direttore della fotografia avrà avuto un riflettore e 4 candele oltre alla sua telecamera vinta coi punti benzina, la costumista sarà stata la moglie del regista o qualcuno di simile, la musica è stata registrata con il walkman in qualche discoteca di Berlino, gli zombi sono amici degli attori truccati con il nerofumo!”
IT: “Ma scusa... Rave, giovani, isola semitropicale... C’era almeno della carnazza?”
ES: “Macchè, capo. Poca roba, giusto due tettine e anche scarse scarse, meglio quelle delle ragazzine due file dietro!”
IT: “Lo vedi che sei un maniaco?”
ES: “Abbi pietà, mica potevo vedere un film così tutto il tempo! Sarei un non morto io, a questo punto...”
IT: “Beh.. Non che manchi molto... Ma quindi niente carnazza, mi dicevi...”
ES: “Noooo.”
IT: “Ok, allora zero stellette e cancellalo dalla faccia della Terra nella recensione, d’accordo?”
ES: “Come vuoi tu, capo. Quando ci vediamo?”
IT: “Lo sai, prossimo plenilunio per il sabba.”
ES: “E dove, in un’isola tropicale?”
IT: “Seeee, al massimo sull’isola d’Elba, in mezzo a una marea di tedeschi grassoni.”
ES: “Sigh. Posso portarmi la playstation?”
Rumore di cornetta appesa. Suono di telefonata interrotta.
Fade.
The end
ES è Elvezio Sciallis al vostro servizio
IT è Herr Direktor Ivo Torello
Tutti gli altri sono personaggi di una fantasia triste e malata senza alcuna relazione con il film in questione...
18 commenti
Aggiungi un commentoSmettete di parlare della croce ecc, che poi a Cerosky viene la ridarella ed è la fine.
E poi mi state incuriosendo dannazione, e io ODIO i film trash (ma amo il thrash, che è ben diversa cosa).
Che vuoi insinuare metallaro della domenica pomeriggio?
Niente, che poi inizi a ridere e ti distrai dallo studio. Guarda che dopo le ripetizioni di matematica me le faccio pagare ancora più care, eh!
se ami il trash il crucco Uwe Boll ti farà innamorare dei suoi film squinternati che sfidano il buon gusto cinematografico, e lo abbattono!
la recensione è ottima, il film è pessimo
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