Dopo Cold Zero (parte 1 e 2) di Alan D. Altieri e Ghost in the machine di Danilo Arona, ecco il terzo capitolo di The Tube Nomads, la serie spin-off di The Tube, la saga horror del momento.
Lasciatisi alle spalle la stazione di sorveglianza Ecom-Con 334 e la torre ponte-radio dei fantasmi, i quattro Nomads continuano a scendere verso valle, accompagnati dalla pioggia incessante, dal timore di dover fronteggiare altri infetti, e da nuovi avversari: la fame e la sete. Il loro pellegrinaggio li porterà prima a tornare nel villaggio degli ammorbati vicino a Ecom-Con 334 e poi in un antico monastero dimenticato da Dio e dalla civiltà. Qui troveranno ad accoglierli gli amici, uomini e donne fuori dal tempo, capeggiati dal Priore, non esattamente l’araldo più fulgido della religiosità. Ma è sotto al monastero che Korvin, Red-Eye, Doc e Jester dovranno affrontare il lato più buio del terrore…
Massimo Rainer, quarantaquattro anni, avvocato penalista, milanese, dorme tre ore a notte, si nutre quando capita, fuma forsennatamente e beve taniche di caffè; nonostante questo, è ancora vivo. Nutre da sempre la passione per l’Estremo e il Lato Oscuro, forse per conservare il senno. Presente in alcuni racconti per il Giallo Mondadori, è al suo quarto romanzo, dopo “Rosso italiano” (Barbera, 2007), “Chiamami Buio” (Todaro, 2011) e “Limite ignoto” (Mezzotints, 2013).
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