Giappone. Un videotape senza etichetta uccide chi lo guarda avvisando la futura vittima con un trillo telefonico. A partire dal suono, lo sfortunato spettatore dell’inquietante figura femminile filmata, ha esattamente una settimana prima di esalare l’ultimo respiro. Sembra una leggenda metropolitana ma si tratta della maledizione lanciata dalla sfortunata Sadako, ragazza gettata in un pozzo ancora viva (e morta proprio dopo i fatidici sette giorni), a causa dei propri poteri ESP. Una giornalista inizia a indagare sull'argomento in seguito alla morte inspiegabile della giovane nipote, trovata con gli occhi spalancati dal terrore. Verrà coinvolta nel mistero e finirà col vedere, e far vedere la pellicola, alimentando la diffusione della catena di disgrazie. Nel disperato tentativo di salvare sé e il proprio figlio, la cronista cercherà quindi di sedare la rabbia di Sadako.
Nakata sfrutta una traccia già oggetto di culto in Giappone, cavalcando l’onda del grande successo editoriale di Koji Suzuki, considerato in Sol Levante un autore ammirato come Stephen King, già sfociato in un serial per il piccolo schermo e una raccolta manga. La trasposizione cinematografica riesce molto bene a veicolare le suggestioni proposte dal plot. Impossibile non fare riferimento a Videodrome (Cronenberg, 1983); dopo oltre vent’anni, si torna a parlare della TV assassina, che continua a essere al centro delle paure di una grossa fetta dell’umanità (il seguito di pubblico che il fenomeno Ring ha generato ne è ulteriore conferma). Sorprende, però, questo accanimento vagamente anacronistico nei confronti di un obsoleto supporto come il vhs, nell’epoca in cui i new media sembrano dettare legge a raggiera nella vita sociale. Di indirizzo estremamente contemporaneo c’è invece la, neppure troppo velata, critica al fenomeno della ghettizzazione del diverso che, nel caso specifico, è condannata a punizioni esemplari e orrendamente fatali. Le sequenze da brivido della pellicola si basano su diversi meccanismi lontani dal frenetico (ma rassicurante) assemblaggio di fotogrammi occidentale. La mania del videoclip non sembra aver contagiato il nippo-lavoro nakatiano. Predomina il linguaggio lirico e affascinante tipico del saiko-horaa (lo psico-horror orientale): ritmi lenti, dialoghi scarsi. Tutto è delegato alla suggestione, anche se le poche immagini del video maledetto sono davvero agghiaccianti, il terrore è affidato a qualcosa di decisamente più sottile dello spavento preconfezionato nostrano. La paura viene da un luogo più profondo, non dall’effetto sorpresa, non dallo spavento tout court ma nasce e prolifera in un crescendo di atmosfere che diffondono un senso di malinconica inquietudine. A noi spettatori è riservato, in un certo senso, lo stesso destino dei protagonisti. Non ci vengono spiegate le vicende, seguiamo un percorso enigmatico e tortuoso per non arrivare a una conclusione neppure nell’epilogo. Il mancato senso logico di alcune parti della sceneggiatura corrobora questa andatura incerta e ci rende l’intero script più magnetico. Del resto il fascino del soprannaturale consiste proprio nella sua inspiegabilità, e impalpabile si rivela la logica che guida ogni fotogramma di Ringu; dove prevale, oltre al blu delle luci, dei visi attoniti e del mare, la solitudine dei personaggi. Angosciante come non mai, questo universo che non teme la morte ma l’isolamento. La giovane Sadako una volta provato il tormento della segregazione, una volta sperimentato il dolore delle unghie conficcate nelle pareti del pozzo, il dolore della disperazione, dispensa a chi le gravita attorno la stessa pena, forse ancora più atroce e infinitamente triste. La sola salvezza delle sue vittime è quella di condannare qualcun altro al proprio posto.
Segnaliamo la possibilità di acquistare l’intera saga (trilogia giapponese, remake americano e The Spiral) in cofanetto della Dynamic a 73,99 €. Inoltre, per chi volesse avere tutti gli anelli della catena, ricordiamo i titoli dei libri di Suzuki Koji (1991 Ringu; 1995 Rasen; 1998 Loop; 1999 Birthday), le serie tv (1999 Ringu: Saishuushou, in 12 episodi e 1999 Spiral: the series, in 13 episodi) e i film non inclusi nel cofanetto Dynamic (1995 Ringu: Kanzenban di Takigawa Chiusi, film tv; 1999 Ring Virus di Kim Dong-bin, della Corea del Sud).
Extra
Il video di Sadako, Trailers originali; Filmografie; Dynamic Xtreme Trailers
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