Lei scrollò le spalle e fece no con la testa, però non smise di gocciolare. Pietro sentì il suono del muco colloso che le risaliva nel naso. E avvertì l'odore del sangue sopra quello del legno. Chiara tremava e dietro di lei la luce del porticato si spegneva nel buio che diventava più fitto, che generava forme gonfie, depresse, si allungava come rami appuntiti sopra una gobba di terra scura. L'odore di erba e sangue colò dal vetro in un fluido nero, poi crebbe alle spalle di Chiara grattando il soffitto con i rami, puzzando di ferro, pioggia e bosco.
Chiara urlò gorgogliando il catarro sanguinolento. Si confuse con le membra del mostro che crescevano e si piegavano su di lei in una curva di rami spigolosi. Pietro arretrò fino al bordo del letto. Salì sul piumone strisciando verso la testata e puntò il coltellino contro il mostro.
Il buio gli franò addosso di colpo, portandosi dietro pezzi di terra umida, un ramo, una punta, qualcosa gli bucò la gamba destra e scese calda dentro i pantaloni, leccandogli l'interno delle cosce che si bagnarono. Il naso del mostro, la fronte, il mento, le ossa, premettero contro la sua faccia come fossero il vetro di guardia. Gelidi. Ferro liquido e tiepido gli finì in bocca, ruscellandogli all'interno delle guance fino alla gola. Pietro provò a divincolarsi, spingendo con le mani, puntando il coltellino in avanti. Lo sentì affondare nel silenzio di una zolla nera che gli spruzzò un fiotto bollente sulla mano, sul polso e dentro la manica della camicia.
Un urlo antico. Scuro. Piccolo.
La luce espanse la stanza.
Pietro batté le palpebre.
Sentiva un peso sullo sterno. Affondò la nuca dentro il piumone per prendere distanza dalla forma scura sopra il suo viso. Dagli occhi spalancati di Chiara pioveva sangue che gli finiva sulla bocca. Guardò in basso. Dal fianco di Chiara pioveva sangue che gli finiva sul braccio. La lama del coltellino che teneva in pugno era smaltata di un rosso carico, quasi nero. Puzza di pipì dai pantaloni.
Allargò le dita appiccicose che stringevano il coltellino e si scoprì a piangere mentre girava la testa strusciando lo zigomo di Chiara contro il proprio, mischiando lacrime di sangue e sale.
Vide il papà, piegato sulla soglia, che si tirava i capelli dalle tempie con le mani strette a pugno. Gridò qualcosa che Pietro non capì.
– Papà, ti giuro che l'ho visto – e ingoiò sangue e pianto, sotto il peso della cugina. – La mamma... la mamma è tornata?
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