Broken Dolls, bambole rotte. Così suona il titolo originale del romanzo Anatomia di un incubo dello scozzese James Carol, uscito per la Collana M (Mistery) della Giunti Editore. E proprio come bambole rotte appaiono le vittime del serial killer cui dà la caccia il profiler americano Jefferson Winter, protagonista del libro. Corpi svuotati, lobotomizzati, privati dell’anima e della personalità, involucri da gettare via come bambole rotte, appunto.
In una Londra plumbea e invernale, una minaccia grava sulla sicurezza delle giovani donne della città. In diciotto mesi sono state rapite, torturate e sottoposte a lobotomia già quattro ragazze. E la quinta vittima, Rachel Morris, corre il serio pericolo di finire come le altre. È dunque una lotta contro il tempo quella combattuta dal profiler Winter, che porta il peso di un padre condannato a morte come assassino seriale, dall’amico ispettore Hatcher e dalla caparbia e sensuale sergente Sophie Templeton. Una battaglia contro la follia omicida e la perfidia di un serial killer sadico e misogino.
Anatomia di un incubo, primo capitolo di una serie che ha come protagonista il profiler americano Jefferson Winter, è un thriller dall’impianto classico, che richiama per atmosfere e tipologie criminali l’inarrivabile Il silenzio degli innocenti di Thomas Harris, pur rimanendo ben lontano dal prototipo.
L’aspetto più originale del libro risiede nell’aver fatto del protagonista un uomo diviso tra il bene e il male, che porta con sé un conflitto interiore dovuto a un genitore serial killer, una madre morta di dolore e una vita passata a cacciare l’orrore dal mondo reale. Nessuno, meglio di Winter, può capire cosa passi nella mente di un genio del male: lui l’ha vissuto in prima persona, lo ha visto negli occhi del padre, ne ha scontate sulla propria pelle tutte le conseguenze. E adesso ha messo a frutto la sua terribile esperienza per dare la caccia a uomini malvagi e calcolatori.
La scrittura di James Carol procede rapida, catturando il lettore grazie alla sua linearità e chiarezza. I personaggi sono ben delineati, come anche atmosfere e paesaggi, nonostante alcuni passaggi risultino troppo semplicistici e banali, così come alcuni dialoghi. L’alternanza dei punti di vista fra colui che insegue il serial killer e una delle sue vittime, permette all’autore di toccare una grande varietà di registri narrativi e di far immedesimare a pieno il lettore.
Pur non trattandosi di un’opera originale e innovativa, Anatomia di un incubo si rivela però un robusto intrattenimento per gli amanti di romanzi thriller e non solo. Un libro coinvolgente, semplice, grazie al quale l’autore centra l’obiettivo che si era prefisso fin dall’inizio: quello di divertire il proprio pubblico.
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