“Quando al risveglio non si trovò nel suo letto, come si era aspettato, ma rinchiuso in una cassa di pino, la prima reazione di Miles Camden non fu di panico, o di terrore, ma di divertimento. A dire il vero, negli ultimi mesi si era chiesto oziosamente quando i suoi nemici avrebbero infine trovato il coraggio di agire contro di lui, e come si sarebbero comportati a quel punto. Si era però aspettato qualcosa di meno drammatico. Un veleno, magari, o un cuscino sulla faccia mentre dormiva, o una spinta ben assestata fra le scapole che mandasse il suo corpo vincolato a una sedia a rotelle a rotolare giù per la ricurva scala di marmo della sua dimora…”
In questo breve racconto, la forza non sta tanto nell’idea già ampiamente sfruttata, quando nell’approfondimento psicologico di un personaggio che non si fa un cruccio della sua situazione, anzi, ne ride, già abituato all’impotenza e all’immobilità di un corpo costretto su una sedia a rotelle. “La paura delle malattie era stata sovvertita ed esacerbata da una paura che non era della morte, ma dell’assurda idea di una sorta di non-morte, che ti lasciava sveglio, ad artigliare il coperchio della bara molto tempo dopo che i tuoi congiunti dolenti avevano lasciato il cimitero.” Motivo per cui la bara è provvista di una corda dotata di campanello per avvertire il sorvegliante.
Chi può essere stato tanto ingenuo da non staccarla? Chi tanto codardo da non ucciderlo? Il responsabile della sua prigionia – per soldi, di sicuro, lo sa – può essere un industriale concorrente, un politico avversario, una ex moglie... Camden ha l’aplomb necessario per risolvere l’enigma persino in quel frangente. Ma forse non si è trattato di un errore, forse gli è stato lanciato un messaggio, e i rumori all’esterno accrescono la suspense fino all’inatteso finale.
Non un horror, semmai un thriller psicologico, dallo stile piano e semplice, ma calcolato, in accordo alla caratterizzazione, che gioca con il lettore ipotesi dopo ipotesi.
Kealan Patrick Burke è nato e cresciuto a Dungarvan, in Irlanda. I suoi romanzi (Master of the Moors, Currency of Souls, Kin, The Living, e Nemesis: The Death of Timmy Quinn), inediti in Italia, si sono aggiudicati o hanno ricevuto nomination al prestigioso Bram Stoker Award, bandito annualmente dall’Horror Writers Association. Burke ha all’attivo più di cento racconti pubblicati in prestigiosi magazine americani, tre raccolte di racconti (Ravenous Ghosts, The Number 121 to Pennsylvania & Others, e Theater Macabre) e diverse antologie a tema in cui ha partecipato in qualità di editor, tra le quali: Taverns of the Dead, Quietly Now: A Tribute to Charles L. Grant, Brimstone Turnpike, e Tales from the Gorezone, i cui proventi sono stati donati all’associazione umanitaria per l’infanzia Children's Charity. Nel tempo libero ama leggere, divorare film, giocare alla X-Box e viaggiare.
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