"Nella città di Bon Temps ci sono segreti che minacciano le persone più vicine a Sookie, e che potrebbero annientare il suo cuore… La sua relazione con Eric Northman non è più così ben definita. Lui e i suoi vampiri si stanno tenendo a distanza… e mantengono un gelido silenzio. E quando ne scopre il motivo, Sookie ne è devastata. Poi uno sconvolgente omicidio scuote Bon Temps, e Sookie viene arrestata come colpevole. Le prove contro di lei sono però deboli, e riesce a uscire su cauzione. Indagando sull’omicidio, scoprirà che quella che sembra la verità a Bon Temps è soltanto una comoda menzogna. Che quanto passa per giustizia è più che altro sangue versato. E che ciò che passa per amore non è mai sufficiente…"
L’ultimo e attesissimo capitolo della saga di Sookie Stackhouse parte con un patto con il Diavolo che non promette nulla di buono (per la protagonista, ovviamente, chi legge invece resterà da subito coinvolto nelle atmosfere urban fantasy e paranormal che la Harris, ormai lo sappiamo bene, sa ricreare in maniera molto suggestiva).
La partenza non è delle migliori: Sam, da quando è ritornato alla vita grazie al cluviel d’or, non è più lo stesso, ed Eric si rifiuta di vederla e di parlarle proprio perché ha ‘sprecato’ l’oggetto magico con Sam. Come se non bastasse, Eric è ancora convinto a sposare Freyda, e Arlene Fowler è appena uscita di prigione. Considerato che, l’ultima volta che si sono viste, Arlene voleva crocifiggerla, ce n’è abbastanza per non stare troppo allegri. La vita di Sookie tocca il fondo quando viene ingiustamente accusata di omicidio. Ma non si dà per vinta. Ed è proprio indagando sull’omicidio di cui sa benissimo di non essere colpevole, che scoprirà alcune verità sconfortanti e sconvolgenti.
La tensione si mantiene alta come nei migliori passaggi di tutti i precedenti volumi, la struttura è ben equilibrata, anche se non troppo solida (e fra poco vi spiegherò perché), i dialoghi sono incalzanti, le caratterizzazioni – vecchie e nuove, che si ritrovano quasi a chiudere un cerchio – ricche di spessore e chiaroscuro, lo stile spigliato e spesso ricco di umorismo è ormai riconoscibilissimo. Gli ingredienti per un libro di ottima qualità ci sono tutti, ma ci sono dei problemi, come alcuni paragrafi in terza persona, dove l’autrice dimostra di non saper gestire in maniera corretta, come fa quando usa la prima, la soggettiva, e commette svariati errori tecnici di prospettiva. Una piccola delusione, ma nel complesso avrebbe potuto risultare trascurabile, se non fosse stato per altre pecche
di fondo.
Il ciclo creato dalla Harris ormai quattordici anni fa, e divenuto noto grazie anche alla trasposizione televisiva di Alan Bell True Blood, giunge al capolinea in una maniera che la stessa autrice, in apertura, definisce “la più calzante”, aggiungendo di essersi attenuta al suo progetto iniziale.
Probabilmente, il finale non accontenterà tutti i lettori; del resto, era matematicamente impossibile riuscirci, dato che nel corso degli anni questa serie ha venduto oltre cinque milioni di copie in tutto il mondo. Ma è un po’ difficile che la Harris si sia attenuta al progetto iniziale, dato che il progetto iniziale si fermava a dieci volumi e gli ultimi tre sono stati aggiunti per contratto a seguito del successo della serie televisiva. Non è un caso se proprio gli ultimi tre libri sono quelli in cui molte vicende sembrano più casuali che funzionali, e l’impatto che mi ha dato questa sequela di peripezie e cambi di scena è stato proprio questo: un non saper più di preciso cosa dire, ma lo si doveva dire per forza.
Charlaine Harris è nata nel 1951 a Tunica (Mississippi). Dopo essersi laureata in lettere presso il Rhodes College di Memphis, da oltre vent’anni scrive opere di genere mystery e urban fantasy. I suoi libri da anni sono in testa alle classifiche del New York Times dei libri più venduti. È sposata e madre di tre figli. I suoi numerosi romanzi hanno sempre ottenuto un grande successo, in particolare i cicli di Harper Connelly, di Aurora Teagarden e di Shakespeare (tutti pubblicati in Italia da Delos Books), tuttavia quello che le ha portato maggior notorietà è stato il ciclo di Sookie Stackhouse, che ha vinto il prestigioso Anthony Award e che è diventato un bestseller internazionale, tradotto e pubblicato in Cina, Giappone, Spagna, Romania, Grecia, Germania, Francia, Gran Bretagna, Russia, Turchia, Tailandia, Estonia e Corea.
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