Ciao Daniele, benvenuto su Horror Magazine. Lo scorso 30 settembre hai vinto il prestigioso British Fantasy Awards 2012 (che si tiene ogni anno in Inghilterra) come “Best Artist”. Ti puoi presentare ai lettori del sito che non ti conoscono? Chi è Daniele Serra e cosa fa nella vita?
Sono un illustratore di 35 anni e vivo in Sardegna con mia moglie e tre gatti. Ho numerose passioni come leggere, guardare film vecchi, ascoltare parecchia musica e, naturalmente, disegnare. Mi dicono che sono un ragazzo abbastanza tranquillo che ha la fortuna al momento di fare quello che ha sempre sognato fare.
Qual è stato il tuo percorso professionale per arrivare a vincere questo ambito premio?
Lavoro come illustratore da cinque anni, precedentemente ho lavorato per diverso tempo in una agenzia pubblicitaria come grafico. Dal punto di vista degli studi sono principalmente autodidatta, a parte l’aver seguito due brevi corsi che reputo molto importanti nel mio percorso artistico: uno di fumetti e uno di pittura ad olio.Ho iniziato a collaborare con piccole case editrici americane che mi hanno permesso a poco a poco di farmi conoscere nel giro dell’editoria indipendente. Così, passo dopo passo, sono arrivato a illustrare parecchi libri per diverse case editrici in giro per il mondo. Questo mi ha permesso di avere una buona visibilità, dandomi la possibilità di vincere questo premio a cui tengo molto e che considero un punto importante nel mio percorso. Aver avuto un riconoscimento di questo tipo da specialisti del campo mi ha fatto veramente molto piacere, facendomi credere di più nel mio lavoro e dandomi forza nel cercare di migliorare sempre di più.
Come lavori sulle tue illustrazioni e i tuoi fumetti, come procedi in pratica?
Nel corso del tempo lentamente ho cambiato il mio modo di lavorare. Inizialmente, venendo dalla grafica pubblicitaria, facevo un largo uso del computer soprattutto per la colorazione, ora invece il computer ha un ruolo marginale nel mio approccio con l’illustrazione e con il fumetto, mentre ha notevole spazio l’utilizzo di strumenti a mano: dal pennino ai pennelli, dall’acquerello alla pittura a olio.
In genere uso diverse tecniche a seconda del progetto a cui lavoro: per le illustrazioni utilizzo in maniera preponderante l’olio su tela e sto imparando a usare l’acquerello che trovo un mezzo molto interessante, mentre per i fumetti utilizzo pennino e pennello e il computer per la colorazione.
Che rapporto c’è tra testo e disegno nel fumetto. Ce n’è uno più importante dell’altro?
Ho sempre pensato che la storia abbia un peso specifico maggiore all’interno di un fumetto. Dato che si tratta di un racconto per immagini, l’idea è la base del fumetto. D’altro canto il tradurre la storia in immagini, in particolare lo storytelling, penso che sia un aspetto non da sottovalutare. Diciamo che un fumetto in cui la storia funziona e i disegni meno rimane comunque un fumetto godibile, mentre se manca di base una buona storia e i disegni sono molto buoni, il fumetto probabilmente rimane mediocre, proprio perché alla base manca il racconto forte. Da poco in una conferenza è stato interessante sentire l’opinione di uno sceneggiatore che invece metteva in evidenza il fatto di come sia difficile parlare di storia e disegni in maniera separata, in quanto il fumetto è un connubio inscindibile dei due elementi… e questo lo trovo molto giusto, perché alla fine si tratta di un continuum tra il testo e il disegno, quindi è difficile separare in maniera netta le due cose dando dei valori percentuali ai due elementi. Ricordo solo una cosa che mi aveva fatto pensare molto: quando presi in mano From Hell di Alan Moore e Campbell, avevo visto i disegni e avevo pensato che non avrei mai letto quel fumetto perché i disegni non mi piacevano per niente, poi l’ho letto e quel fumetto è diventato uno dei miei punti di riferimento dal punto di vista visivo, a conferma di come il disegno nel fumetto non sia paragonabile a un’illustrazione, il fumetto lo devi prima leggere per poi apprezzare o meno i disegni.
Com’è il tuo rapporto con gli editor con cui lavori?
In linea di massima è molto buono, non ho mai avuto problemi di sorta. Naturalmente il tipo di rapporto e di comunicazione varia da persona a persona. C’è chi mi lascia più libero nella costruzione delle illustrazioni e chi invece ha già un’idea abbastanza chiara di quello che vorrebbe. In generale ho sempre trovato persone molto rispettose del mio lavoro e con cui è “facile” lavorare, con alcuni ho stretto anche un rapporto di amicizia e questo penso sia molto bello. A ogni modo mi piace sottolineare il fatto che la professionalità in questo lavoro paga, vale a dire che il rispettare le scadenze e presentare un lavoro ben fatto da un punto di vista tecnico ha un valore pari al talento e alla bellezza dell’opera in sé.
Tu hai una formazione prettamente da autodidatta. Cosa pensi delle scuole di fumetto?
Penso abbiano importanza notevole per approcciarsi a questo mezzo. Nel mio caso specifico il corso che ho seguito a Cagliari mi ha fatto vedere e capire la differenza tra disegnare per hobby e disegnare per lavoro, oltre ad avermi consentito di capire in maniera più approfondita come si racconta una storia. Penso che per un disegnatore un aspetto veramente importante sia, oltre la bellezza del disegno in sé, la scelta delle inquadrature, come raccontare una storia, quali emozioni far passare. In definitiva, penso che un buon corso di fumetto sia importante agli inizi per velocizzare i tempi di apprendimento riguardo alcuni aspetti che da completo autodidatta richiederebbero molto più tempo.
Se tu dovessi dare un consiglio a chi prova a fare il tuo lavoro cosa gli diresti? Quali dritte da seguire, che tecniche usare per imparare. Da cosa o da chi lo metteresti in guardia?
Non penso di essere in grado di dare molti consigli, la cosa che ho già detto e che mi preme ripetere è l’importanza di sviluppare una professionalità, avere talento e saper disegnare sono cose importanti in questo lavoro, ma lo sono altrettanto rispettare le scadenze, non innamorarsi mai del proprio lavoro e mettersi sempre in gioco. Per il resto penso che sia importante che ognuno viva le proprie esperienze in maniera diretta, quindi non saprei da chi mettere in guardia. Io ho avuto la fortuna di lavorare sempre con persone oneste e le poche che magari non si sono rivelate affidabili sono comunque state importanti nel mio processo di crescita, mi hanno dato la possibilità di capire cosa sia l’affidabilità e la professionalità. È giusto che ognuno faccia il suo percorso anche sbattendo la testa in certe situazioni e prendendone gli aspetti positivi che consentono di crescere ulteriormente.
La tua frequentazione con l’horror mi pare evidente, dai fumetti alle illustrazioni. Ti trovi a tuo agio in questo tipo di storie e atmosfere? Com’è nata la tua passione per questo genere, quali sono i tuoi autori preferiti (libri, film, fumetti)?
Nell’ambito horror mi trovo a mio agio. Non è una cosa costruita, mi viene in maniera naturale. Ognuno sviluppa una propria sensibilità e la mia ha dei risvolti estetici orrorifici! Questo non vuol dire che non abbia lavorato anche per altri settori, però per l’horror ho una predisposizione naturale, mentre per altri ambiti magari devo studiare maggiormente come costruire il lavoro.
Sono sempre stato un amante delle ambientazioni gotiche e spettrali, fin da quando ero piccolo amavo guardare film dell’orrore e leggere storie che mi facessero correre un po’ di brividi nella schiena. Non mi sono mai chiesto il perché, penso sia il mio tipo di sensibilità, c’è chi ama gli alberi in fiore e chi preferisce gli alberi rinsecchiti… io sono tra i secondi. Inoltre penso che l’horror sia uno specchio importante della società in cui viviamo, mette in luce la parte oscura che è presente in ognuno di noi, facendoci anche ragionare con questo lato nascosto.
Gli autori che amo sono veramente tanti. Per quanto riguarda i fumetti, apprezzo molto Alan Moore, Mike Mignola, Giorge Pratt, Warren Ellis, Giancarlo Berardi, Grant Morrison, Garth Ennis. Per quanto riguarda i libri amo ETA Hoffman, Richard Matheson, Clive Barker, Anne Raddcliffe, Luigi Pirandello, H.P. Lovecraft, e tanti altri… Nel cinema sono un grande fan di Cronenberg, Tsukamoto, Mario Bava, Bergman, Fulci, Pupi Avati, Chan Park Woo.
Hai mai pensato di scrivere e disegnare qualche fumetto da autore completo?
No, non penso di essere tagliato per scrivere una storia. Magari scrivere la sceneggiatura partendo da un racconto esistente mi piace, ma non credo di essere in grado di inventare una storia di sana pianta.
Il digitale può essere un mezzo per i nuovi autori di fumetto per emergere nel difficile mercato editoriale italiano?
Non so sinceramente come si evolverà il mercato per quanto riguarda il fumetto digitale, sicuramente ho grossi problemi nel leggere un fumetto al computer e non possiedo ancora un tablet, sono a ogni modo curioso di vedere cosa succederà. Penso che ogni possibile strumento che permetta una maggior divulgazione del fumetto non possa che essere positivo, soprattutto in Italia potrebbe agevolare la pubblicazione di nuovi autori.
Ci puoi dare qualche anticipazione sui tuoi progetti futuri?
Sicuramente il progetto Mezzotints ebook di cui mi occupo della direzione artistica, è una nuova casa editrice digitale. Partiamo questo mese con il primo titolo e spero che a breve possa diventare una bella realtà italiana. Ho un paio di progetti riguardanti fumetti e numerose illustrazioni per copertine di libri in varie parti del mondo. In particolare ho un progetto con lo scrittore Alex Irvine che speriamo di presentare presto a qualche casa editrice americana e per quanto riguarda il mercato italiano ho un altro progetto con Marcello Fois.
Daniele Serra classe 1977, illustratore professionista, i suoi lavori sono stati pubblicati in Europa, Australia e Stati Uniti, è stato protagonista di diverse mostre negli Stati Uniti e in Europa. Ha realizzato illustrazioni per opere di autori come Bruce Boston, Brian Stableford, Rain Graves,Tim Waggoner, Graham Masterton, Mary Sangiovanni, Steven Savile, Tim Curran, Greg F. Gifune, Tom Piccirilli, Ronald Malfi, Lee Thompson, J.F. Gonzalez, Allyson Bird.
Collabora con DC Comics, Image Comics, Cemetery Dance, Weird Tales Magazine, PS Publishing, Dark Region Press, Delirium Books, Creation Oneiros e altre pubblicazioni.
Nel 2012 ha vinto il premio British Fantasy Awards come "best artist".
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