Il panorama letterario italiano sembra un po' in ritardo rispetto al "risveglio" dell'horror che sta verificandosi nel cinema. Tralasciando un momento le solite uscite librarie noir, infatti, continua a mancare un po' di onesto e verace orrore soprannaturale. A mettere la classica "pezza" ci pensa la romana Fanucci, che sta riproponendo nella collana "TIF classica" alcuni titoli di sicuro interesse. Frankenstein di Mary Shelley, Carmilla di Sheridan Le Fanu (di cui abbiamo già parlato a proposito del film omonimo scritto da Valerio Evangelisti) e, soprattutto, un capolavoro della letteratura weird che mancava davvero da troppo tempo: I tre impostori (1895) di Arthur Machen.

Secondo H.P. Lovecraft, nei racconti e nei romanzi di Machen gli elementi dell'orrore occulto e del terrore incombente raggiungono una consistenza pressoché incomparabile e un profondo realismo. "I tre impostori" del titolo raccontano le loro insolite e terrificanti avventure ambientate in una Londra notturna e misteriosa, ognuna delle quali diventa il frammento di un "capolavoro circolare" (come l'ha definito Elémire Zolla) dove la realtà quotidiana trasfigura davanti a coincidenze impossibili e crudeli, tra assassini e sparizioni, enigmi e sinistri complotti: una circolarità, quella di Machen, che si muove sull'asse di una visione penetrante e rivelatrice, a metà tra la mistica di quella società esoterica "Golden Dawn" di cui Machen faceva parte insieme a William B. Yeats e Aleister Crowley, e l'ironico disincanto tutto britannico, e che finisce per affacciarsi su una realtà controllata di forze incomprensibili e podestà nascoste che sembrano alludere alle divinità aliene di Lovecraft.

Insomma: questa uscita è un'ottima occasione per immergersi nella letteratura oscura che dell'horror di oggi è l'imprescindibile radice.