Un ‘Esorcista’ all’ebraica. Così potremmo riassumere in una frase il film The Possession, da giovedì 25 ottobre nelle sale italiane.
La pellicola, prodotta da uno dei maestri dell’horror mondiale, Sam Raimi (La casa, Boogeyman) e diretta dal regista danese Ole Bonedal (già autore di Nightwatch - Il guardiano di notte), scorre via in modo piacevole per gli appassionati del genere e, già dal titolo, tradisce la propria appartenenza al filone esorcistico che tanta fortuna ha regalato negli ultimi anni.
The Possession, però, devia dal solco tracciato dai suoi illustri predecessori, affondando le proprie radici non più nella cultura cristiano-cattolico-romana o nelle culture creole, bensì in quella antichissima e articolata ebraica.
Protagonista malvagio del film, infatti, non è più il ‘diavolo’ o qualche demone dal nome impronunciabile che causa vomito verde alla malcapitata, bensì un ‘semplice’ dybbuk, uno spirito maligno capace di possedere gli esseri viventi.
Lo spirito, come vuole la tradizione, è imprigionato in una scatola per dybbuk, che Emily Brenek, una ragazzina fragile ed esposta ai possedimenti maligni a causa del divorzio dei genitori, acquista in un mercatino di quartiere. Da quel momento Emily ‘cambia’ e succedono cose strane, così strane da rendere inequivocabile e visibile agli occhi di tutti una sua possessione demoniaca dalla quale potrà essere aiutata solo grazie alle conoscenze e alla forza spirituale di un aspirante rabbino.
Il film è indubbiamente ben fatto e, diversamente da molti del suo genere, riesce a creare familiarità tra pubblico e personaggi, ben rappresentando la loro psicologia e identità, soprattutto spiegando la vicenda e le credenze ebraiche in merito al dybbuk, non lasciando nulla di celato e nascosto e accompagnando mano nella mano lo spettatore verso un incredibile viaggio dal finale incerto.
Le lacune della storia, scritta dagli autori Juliet Snowden e Stiles White e troppo simile a “L’Esorcista” di William Friedkin, sono ben sopperite dall’ottimo lavoro registico di Bonedal che, con sapienti escamotage, incentra l’attenzione su interessanti trovate visive, avvantaggiato dalla collaborazione come direttore della fotografia del connazionale Dan Laustsen, uno dei maggiori specialisti del cinema horror mondiale, grazie a un’incredibile esperienza maturata sul ‘campo’ lavorando per film come Mimic di Guillermo del Toro (1997), Al Calar delle Tenebre di Jonathan Liebesman (2003) e Silent Hill di Christopher Gans (2006), solo per citarne alcuni. Il connubio tra Bonedal e Laustsen va avanti da sempre, avendo lavorato insieme in tutti i film del regista di Norresundby e lo si evince anche in The Possession, dove si sfiora quasi la perfezione tecnica.
Il regista danese, inoltre, dirige bene gli attori e si segnalano le ottime interpretazioni della giovanissima Natasha Kallis, la Emily del film; Jeffrey Dean Morgan, il John Winchester della fortunata serie tv Supernatural, che impersona il padre di Emily, e del cantante ebraico Mattew Paul Miller, detto Matisyahu, che veste i panni dell’aspirante rabbino Tzadok.
Negli USA, The Possession, costato 14 milioni di dollari, ha fatto registrare ottimi incassi al box office con circa 40 milioni di dollari incamerati nelle prime settimane di proiezione; vedremo in Italia come reagirà il pubblico.
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