La letteratura fantastica è portatrice di una rottura dell’ordine costituito per mezzo dell’irruzione dell’inamissibile all’interno della legalità quotidiana.
Vi basta questa frase? L'ha scritta Roger Caillois nel suo importantissimo saggio Nel cuore del fantastico e la buona notizia è che ora potrete facilmente ritrovarlo sugli scaffali di una qualsiasi libreria, riproposto da Abscondita.
Roger Caillois è nato a Reims nel 1913 e morì a Parigi nel 1978. Produsse una vastissima attività saggistica, impossibile non ricordare almeno qualche titolo: Il mito e l'uomo del 1938, Babele del 1948, L'incertezza dei sogni del 1956, Estetica generalizzata del 1962 e naturalmente Nel cuore del fantastico del 1965.
Caillois si è impegnato a rivalutare l'importanza della chiarezza contro certo disordine ideologico e lo sperimentalismo, da lui giudicato arbitrario, dell'arte contemporanea. Avverso a ogni dogmatismo freudiano o marxista, Caillois ha riproposto con aperture stimolanti alcuni grandi temi: il sacro, il sogno, il linguaggio, la magia e il mistero delle invenzioni fantastiche.
Uno dei temi fondamentali del suo discutere è la convinzione che esista un fantastico permanente e universale e quindi assoluto, asserzione fortemente avversata da altri studiosi quali a esempio Giuliano Briganti che considera certa arte fantastica come una creazione della sensibilità moderna e della rivoluzione psicologica del Settecento, una forma artistica che pur richiamando e spesso citando creazioni fantastiche del passato ha degli statuti suoi propri che si differenziano da quelli precedenti.
Qualunque sia la vostra idea questa riproposta libraria vi offre sicuramente un mezzo in più per analizzare e considerare il fantastico nell'arte, non è cosa da poco. Così come abbiamo iniziato, concludiamo con una frase di Caillois:
Sono attratto dal mistero. Non ch'io mi abbandoni con compiacimento alla seduzione della magia o alla poesia del meraviglioso. La verità è un'altra: non mi piace non capire, la qual cosa è molto diversa dall'aver caro ciò che non si capisce, ma che tuttavia vi si avvicina in un punto molto preciso che è quello di trovarsi come calamitato dall'indecifrato. La somiglianza non va oltre. Infatti, invece di considerar subito l'indecifrato indecifrabile e rimanere dinanzi a lui affascinato e appagato, io lo considero, al contrario, come qualcosa "da decifrare", con il fermo proposito di giungere in qualche modo, se possibile, a capo dell'enigma.
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