Siamo a un festival internazionale di cinema, comincia la proiezione. Il brusìo cessa, sfumando in un silenzio di attesa. Servono alcuni minuti per ambientarsi, per abituarsi alla nuova atmosfera che i sette registi hanno costruito per noi. Accoglienza positiva, qualche risata per le battute dure ed efficaci tipiche di una black comedy di qualità.
Poi l’aria comincia a farsi pesante, la storia cupa, capace di disturbare, scavando a fondo dentro pensieri e coscienze. Due ragazzi, prima della fine, si sentiranno male, arrivando allo svenimento. Quale pellicola è capace di questo? Evidentemente, The Theatre Bizarre, horror che ha fatto di recente la sua comparsa al Festival internazionale di Oldenburg (Germania), dopo l’anteprima canadese al Fantasia Film Festival di Montreal. Il film è diviso in sei episodi, più uno di raccordo.
Enola Penny, una giovane ragazza (interpretata da Virginia Newcomb) cammina lungo una piccola strada di città. Come spesso le accade, è inspiegabilmente attratta da quello che sembra essere un teatro da tempo abbandonato. Questa notte però, la porta è socchiusa: Enola si lascia tentare. Entra.
Qui incontrerà Peg Poett, un inquietante pupazzo animato (parte affidata a Udo Kier), che racconterà, a lei e agli spettatori, sei assurde storie, sempre più cariche d’orrore e tensione. Anche se, forse, la trasformazione più inquietante è quella che, di minuto in minuto, in un inesorabile crescendo, coinvolge Enola stessa…
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