“Non c’era nulla di strano, di sospetto. Nessuna atmosfera di mistero. E proprio questa era la cosa più spaventosa…”, così Agatha Christie tratteggia magistralmente non soltanto la cornice di uno dei suoi capolavori, Dieci piccoli indiani, ma più in generale il meccanismo inconscio capace di generare tensione, suspense.
Quella stessa suspense che anche in ambito horror si cerca di originare nei lettori o negli spettatori, sia pure con strumenti leggermente diversi. La presenza di un elemento in qualche modo soprannaturale è caratteristica distintiva del genere e le manifestazioni di tale elemento, sottili o palesi, persistenti o improvvise, tendono a catalizzare l’attenzione e il pathos del pubblico.
Tuttavia nel caso di The Awakening (pellicola horror per cui sono già stati acquisiti i diritti di distribuzione anche negli Stati Uniti, uscita prevista nel 2012) la descrizione della regina del giallo può risultare comunque davvero adeguata. L’apparente normalità in questo caso non è un punto di partenza, ma un punto di arrivo.
Il regista Nick Murphy decide infatti di seguire le vicende che hanno come protagonista Florence Cathcart (interpretata da Rebecca Hall), che ha il compito di fornire una spiegazione razionale di una serie di eventi apparentemente causati dalla presenza di un fantasma.
Florence pare riuscire nel suo intento, tutto sembra chiarito: nulla più di strano, di sospetto. E proprio questa è, forse, la cosa più spaventosa. C’è ancora qualcosa, qualcosa di strano, di inquietante, che pare però destinato a rimanere inespresso. Fino a quando…
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