Il rapporto tra acqua e soprannaturale visto con le emozioni di chi non ha paura di osare. Francesco Spagnuolo, curatore del secondo numero di H - L'Almanacco di Horror Magazine, presenta la sua ciurma di autori fedeli all'horror. Un rapporto che affronta tra le righe una questione profonda: la vertigine dell'io di fronte alla crudele immensità degli abissi, chi mai potrà esprimerla? E se nella prima parte della rivista si esplorano insenature nascoste di racconti inquietanti e classici della letteratura, nella seconda le pagine si popolano di immagini e di cinema affrontando il tema con un taglio più visionario. Il tutto impreziosito dalle fantastiche illustrazioni della canadese Claire Beard, sua la tavola in copertina: L'Attacco di Cthulhu.
Luglio 2011: H2(O) approda alla stampa, ancora una volta sogni digitali concretizzati nel fascino indiscutibile della carta. E al primo numero introdotto dalla cover di Samanta Leone se ne aggiunge uno nuovo, altrettanto sfizioso, altrettanto ardito: un concentrato di “caparbietà e passione” che promette di spingersi al largo.
Questa volta la sezione dedicata alla narrativa è popolata da quattro racconti, di cui tre usciti dalla penna dei vincitori del Premio Algernon Blackwood. Sergio Donato, primo classificato, con Il Calzolaio di Zawadka, affonda il lettore in zone fredde e torbide, con una storia inquietante, caratterizzata da atmosfere fortemente gotiche. Luigi Musolino, al secondo posto, con Nanni Orcu, rievoca paure ataviche e mostri dimenticati. Daniele Picciuti, terzo in classifica, inchioda il lettore sguinzagliando demoni. Il suo racconto funziona senza scivolare in banalità. L'inedito The Lost, invece, vincitore del prestigioso Bram Stoker Award 2008, arriva direttamente da oltreoceano, una short story frutto della potente immaginazione di Sarah Langan, tradotta per noi da Leonardo Pappalardo.
La paura degli abissi emerge anche dal vis-à-vis con gli autori. Jonathan Maberry, Chiara Palazzolo, Joe Hill e Brian Keene ci trascinano nel loro immaginario regalandoci scorci di visioni e sballottandoci tra suggestioni dark. Anche l'intervista ad Alberto Marini, story editor e sceneggiatore della prossima pellicola targata Filmax, Sleep Tight, diretto da Jaume Balaguerò (Rec, 2007, Darkness, 2002) scava nel buio, raccontando intrecci e relazioni tra cinema e orrore.
Il secondo numero dell'almanacco prende il largo sospinto anche dai numerosi approfondimenti. Gianfranco Manfredi illustra ombre e lati oscuri nella letteratura di Emilio Salgari, Danilo Arona analizza e scava nel profondo dell'opera di William Hope Hodgson. E sulle note della colonna sonora di Lo Squalo (1975), Emilio Audissino ci presenta come la musica di John Williams incarni il terrore che viene dagli abissi. Casca a pennello la rubrica di Kristle Reed dedicata alla Great Eastern, una nave stregata regina di un mare di incubi senza fine, figlia della fantasia di Isambard Kingdom Brunel.
Una collezione di novità dal mondo dell'horror, ricca di spunti e curiosità per gli appassionati del genere e non solo. E che dire dei mini-fumetti a tema che arricchiscono la raccolta? Una squadra composta da due autori (Stefano Fantelli e Gianfranco Staltari) e cinque disegnatori (Matteo Anselmo, Michele Arcangeli, Veronica Baeli, Lisalinda Ozenga e Rossano Piccioni) per dare vita a cinque storie davvero da non perdere. Ma non è finita qui: l'intrigante agenda presentata da Alessandro Manzetti, per parlare di temi e libri occulti, maledetti e da riscoprire, è una vera chicca. Tra le anteprime Box Office 3D, una serie di parodie dark si contendono la nomea di migliore caricatura di genere con il celebre Horror Movie. C'è anche spazio per l'articolo sull'uscita del DVD italiano di The Walking Dead, e ancora per il Morbo Veneziano, il primo volume firmato Danilo Arona e Massimiliano Gallo della collana Vitriol (a cura di Stefano Fantelli e Gianfranco Staltari) della Cut-Up Edizioni. L'almanacco si chiude infine con l'anteprima di Rhiannon Frater, Il Primo Giorno, secondo episodio della collana Odissea Zombie.
Traguardo raggiunto, dunque. I marinai di H fanno il bagno in mare aperto, si allontanano dalla nave, abbandonano i suoi fianchi, e affrontano con stile l'orrenda solitudine dell'oceano.
2 commenti
Aggiungi un commentoGrazie, Mattia. Ottima recensione.
Grazie a te Francesco, quando il soggetto si presta è sempre più facile
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