Avrebbe almeno sessant'anni. Ma un coccodrillo del Nilo può vivere anche fino a ottanta, quindi la carriera del mostro del Tanganika, cacciatori permettendo, dovrebbe essere ancora molto lunga.
E' stato soprannominato "Gustave" e sarebbe una versione extralarge di Crocodylus niloticus: sette metri di lunghezza e una tonnellata di peso. Un caso eccezionale, ma preso in considerazione da qualsiasi manuale di zoologia: sebbene un coccodrillo del Nilo, solitamente, non superi i quattro metri, la scienza ha già osservato, in passato, esemplari delle dimensioni di Gustave. A essere leggendario, semmai, è il numero di vittime umane: più di 300 (oltre a un ippopotamo adulto, forse come digestivo).
Essere divorati da Gustave non deve essere una bella esperienza: un Crocodylus niloticus afferra la preda con le fauci smisurate, la trascina in acqua, sul fondo, e - con violenti colpi del capo - gli frantuma le ossa e gli fa a pezzi i muscoli. Dopodiché, che il malcapitato sia vivo o morto, il coccodrillo torna a galla, lo trascina in un cantuccio tranquillo, e inizia a masticarlo con molta calma. E nemmeno per intero: molte delle vittime di Gustave sono state ritrovate mutilate della sola parte inferiore del corpo. In pratica: tagliate in due.
Le prede veloci non fanno per lui: la sua mole non gli consente di raggiungerle. Quindi attacca soprattutto gli uomini, sia che stiano nuotando sia che stiano facendo un giro in barca sul lago Tanganika. Predilige bambini e pescatori.
In Burundi, per catturarlo, è stato tentato di tutto.
Inutilmente.
Patrice Faye, erpetologo francese di 51 anni che vive a Bujumbura, capitale del Burundi, gli dà la caccia dal 1998. "Per tanto tempo i morti nel Tanganika sono stati attribuiti alla situazione del Burundi. Poi ho cominciato a fare delle inchieste, raccogliere testimonianze, finché non l'ho scoperto".
Null'altro che testimonianze, almeno fino ad ora.
Il 16 novembre del 2004 è giunta a Bujumbura un'equipe del National Geographics. Obiettivo: catturare Gustave, o almeno sparargli nelle carni corazzate un sensore satellitare che permetta di seguirne gli spostamenti. Patrice Faye e la dottoressa Alison Lesile, una biologa sudafricana, si sono lanciati nell'ennesima spedizione armati di telecamere. Ma, come nelle trame di "migliori" B-movie con mostro, gli scienziati hanno fallito nel loro tentativo. La gigantesca gabbia approntata per la cattura è rimasta vuota. Il mostro del Tanganika, come ogni mostro che si rispetti, s'è tenuto nascosto e ha preferito non donarsi alla scienza.
Sarà lui a decidere quando fare la sua nuova comparsa. E, di certo, non farà la gioia dell'ennesimo bimbo o pescatore...
Secondo Patrice Faye, in questo momento, Gustave si trova più a nord. "E' stato avvistato lì dagli elicotteri del contingente sudafricano di stanza in Burundi con la missione dell'Onu. Almeno tre piloti mi hanno detto di aver visto un coccodrillo enorme".
Come detto Gustave non è una vera e propria anomalia. La zoologia conosce coccodrilli del Nilo lunghi anche sette metri, sebbene siano rarissimi.
Non dimentichiamo, poi, che durante il Cretaceo esistevano i Fobosuchi, coccodrilli con un testone di un metro e ottanta e una lunghezza complessiva di quattordici metri.
Il povero Gustave, in confronto a loro, sarebbe poco più di un innocuo cucciolo.
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