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Il 25 gennaio del 1938, tra le sette e le nove di sera, una prodigiosa aurora boreale fu osservata nel cielo di quasi tutta Europa. Solo a Parigi il fenomeno non venne rilevato, a causa delle nuvole e della nebbia. Fu dapprima una strana luce che salì da levante, il cui rosso si distese a nord e a nord-est, per cambiarsi subito dopo in raggi di luce bianca. Il cielo si trovò a poco a poco a essere invaso da una sorta di marea d’argento nella quale si alternavano in successione tutte le sfumature dello spettro. Uno spettacolo così prodigiosamente esteso colpì vivamente l’animo di chi lo vide. Il suo carattere straordinario diede l’impressione di una violazione delle leggi della natura, e molti vi lessero il marchio di un intervento soprannaturale. A Vienna e in Jugoslavia si rinnovarono scene analoghe a quelle dell’anno Mille. Si credette a una precipitosa Apocalisse, a un’invasione di extraterrestri, a una manifestazione su vasta scala del Maligno. L’impressione generale fu che un immenso cataclisma si fosse scatenato chissà dove. A Londra tutte le caserme dei pompieri aspettavano i segnali d’allarme. In Normandia si credeva che fossero andati in fiamme i serbatoi di carburante. I pescatori nordici raggiunsero in fretta i porti più vicini. Il fenomeno risultò così esteso che gettò l’allarme nel Portogallo come nella Svezia, in Italia come in Olanda. La Baviera, l’Austria e i Balcani ne registrarono gli effetti, conseguenze che interessarono soprattutto le comunicazioni telefoniche e telegrafiche tra America ed Europa, interrotte per tutta la notte. Barometri e bussole impazzirono un po’ dappertutto. L’umanità, perlomeno in Europa, ebbe l’impressione di essere stata sorpassata nei suoi mezzi e nelle sue norme, come se qualche intervento sconosciuto avesse dato una dimostrazione della sua potenza. Una prova talmente spettacolare che il mare stesso sembrava congelato. Molti naviganti riferirono che quell’aurora boreale fu accompagnata da un’assoluta bonaccia dell’oceano, fatto ancora più impressionante perché lo stupore della materia appariva come un omaggio e un atto di adorazione. Pochi mesi dopo iniziarono i tragici eventi che annunciavano la seconda guerra mondiale.

- Sembrerebbe un’aurora boreale -, disse con una certa sensazione di stupore. -Ma non ho mai sentito che provochino interruzioni d’energia -.

- Ma che c’entra l’automobile con il black-out della corrente? -, chiese lei, raccogliendo un asciugamano da terra e gettandoselo sulle spalle.

Dalla bocca di lui non giunse risposta. Come non esisteva risposta all’inusuale durata del fenomeno. Allora lei gli chiese ancora: -Dura così tanto un’aurora boreale? -

- Non che io sappia. Ma di certo qui non se ne sono mai viste. Né dovrebbero vedersi -.

- Sei un esperto? -

- Ci ho fatto ricerche. Per un racconto che non ho mai scritto -.

- Notizie interessanti? -

- Origine solare. La luce degli elettroni nell’alta atmosfera. A me piace il lato superstizioso della faccenda -.

- Ovvero? -

- Le aurore boreali, se appaiono a distanza ravvicinata, annunciano la fine dei giorni. E rendono visibile il basso astrale -.

- Il basso astrale. È uno strumento musicale? -

- Cassandra...

- Scusa. Forse lo hai citato nell’Onda .

- Citato, appunto. È la parte in ombra della quarta dimensione, là dove si annida il Male. Lo spunto era interessante, ma non l’ho mai sfruttato sul serio -.

- Alta atmosfera e basso astrale. Interessante. Però adesso non funziona più niente -.

- Cosa cambia?- ribatté lui. - Avevamo programmato di restare qui, in ogni caso. Non preoccupiamoci. Tra un po’ finirà -.

La villa di Morgan Perdinka sull’isola di Malapunta era dotata di una piccola spiaggia privata, alla quale si accedeva tramite una scalinata lunga e ripida. Cassandra decise di bagnarsi. Indossò un altro costume e, prima di scendere al mare, gli chiese di preparare il tavolo per la cena. Nel frigorifero, benché al momento non funzionante, c’era ogni ben di Dio: salmone, caviale e champagne, opportuni accorgimenti contro l’Apocalisse.

Di fronte a quel cielo singolare che cambiava colore a intervalli irregolari, Morgan si lasciò andare su una poltroncina in plastica abbandonata davanti alla ringhiera. Si sentì fisicamente svuotato per aver fatto l’amore in quel modo brutale, ma nel frattempo non cessava di essere turbato dalla situazione anomala.

Gli tornò alla mente un vecchio film visto in televisione qualche tempo prima, L’ultima spiaggia , dove i protagonisti aspettano la nube atomica davanti al mare dell’Australia.