Io sono Dorian Dum (appena dopo il crepuscolo e altri racconti) è l’evocativo nome del libro di che segna l’esordio narrativo di Fabio Mundadori, nella quale l’autore bolognese (ma residente a Latina) confeziona racconti implacabili e feroci miscelando abilmente il noir, l’horror, il pulp e la fantascienza e dimostrando che le antologie, nel panorama editoriale italiano, possono avere ancora una ragione di esistere.
È proprio questa Twilight Zone il filo conduttore dei vari racconti, dove la realtà è ambigua, mai rassicurante, un posto dove si nasconde sempre in agguato qualcosa o qualcuno pronto a destabilizzarci e scardinare le nostre certezze.
In Io sono Dorian Dum l'autore ci presenta dodici brevi racconti, dove i protagonisti sono persone comuni alla ricerca della soluzione di misteriosi enigmi (la segreteria telefonica di 347, l’efferato omicidio di Qualcosa di sbagliato), preti serial killer, streghe e guerriere tornate dall’aldilà per riscuotere la loro implacabile vendetta (Notti di Luna Iena, Quartana, Lama non lama), beffardi e violentissimi cartoon assassini che ricordano l’albo di Dylan Dog “I conigli rosa uccidono” (Eroi), quadri su cui gravano maledizioni e che ritraggono bellezze ultraterrene da possedere a ogni costo (Appena dopo il crepuscolo, racconto a cui è dedicata anche la copertina del libro), videogiochi demoniaci (Press start to play), visioni apocalittiche di fine del mondo (Scudo), l’ironica e cattiva circolarità della vita (39, L’ultimo bicchiere) e le paure dell’inconscio che diventano incubi nella vita reale (Zolfo); racconti tutti di buona fattura (anche se alcuni brillano inevitabilmente su altri) e ben congegnati nel portare il lettore in fondo a un abisso senza redenzione.
La prosa di Mundadori è asciutta, essenziale in grado comunque di evocare immagini suggestive e tenebrose. Le frasi sono brevi e, spesso, l’autore ricorre all’utilizzo del dialogo diretto rendendo i racconti estremamente leggibili, sia nella concentrazione di casa propria, che in luoghi più rumorosi come i mezzi pubblici o sotto l’ombrellone di una spiaggia.
L’autore si definisce "scrittore noir", ma anche gli amanti dell’horror troveranno pane per i loro denti, riconoscendo tematiche, situazioni, personaggi e fascinazioni del nostro genere preferito, del resto come afferma l’autore stesso: “La vita stessa, con il suo cinismo, la sua ineluttabilità è noir e qualunque pagina che parlerà di uomini e di una qualunque loro emozione, ne porterà con sé l’inevitabile retrogusto dolce amaro”.
Firmano l'introduzione Andrea Carlo Cappi e Biagio Proietti.
Una lettura a tratti ironica e divertente, a tratti sconcertante, comunque mai banale, e un autore da tenere d'occhio per i suoi prossimi lavori.
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