La Gargoyle continua nel meritorio intento di farci conoscere scrittori validissimi le cui opere sono rimaste inedite nel nostro paese oppure hanno fatto una fugace apparizione nel passato più o meno remoto.
E’ il caso di Magia nera (Black Magic: a Tale of the Rise and Fall of the Antichrist, 1909) della scrittrice britannica Marjorie Bowen. Alla Bowen sono accreditate circa centocinquanta opere tra romanzi storici, storie dell’orrore, storie popolari e biografie. Dal Catalogo Vegetti risultano pubblicati solo due suoi racconti: Una donna ostinata e L’incidente nell'antologia Il grande libro dei fantasmi (collana La Tartaruga Nera n. 15).
In questo romanzo seguiremo le avventure di un cultore e praticante della magia nera: Dirk Renswoude. Dirk vive ad Anversa quando incontra Thierry di Dendermonde, personaggio non comune che come lui pratica la magia nera; insieme frequentano le università di Basilea e Francoforte.
I due personaggi, molto ben desccaratterizzati, si perderanno di vista per ritrovarsi dopo circa dieci anni. A Roma continueranno la loro pratica che si svilupperà in omicidi, corruzioni e anche qualcosa di peggio.
L’autrice:
Gabrielle Margaret Vere Campbell Long nasce il 1 novembre 1885 a Hayling Island, New Hampshire. I suoi genitori si separano quando ha tre anni; Margaret viene spesso colpevolizzata dalla madre perchè bruttina, mentre la sorella minore, più graziosa, raccoglie l'approvazione materna.
Non ricevendo alcuna istruzione formale, Margaret si istruisce da sé, frequentando le biblioteche e riuscendo a leggere il francese, l'italiano, e persino il latino. Nel 1906 pubblica il primo romanzo, The Viper of Milan, a soli 21 anni. Nel 1912, per affrancarsi da casa, sposa il siciliano Zeffirino Emilio Costanzo, che non la tratta bene; la prima figlia muore in fasce, e nel racconto di un fantasma bambino (The Blue Glove, in The Pleasant Husband & other stories, 1921) emerge tutto il dolore di tale perdita.
Il secondo figlio viene affidato a una governante, mentre lei accudisce in Italia il marito gravemente malato di tubercolosi, che la lascia vedova nel 1916. Dopo nemmeno un anno, diventa Mrs. Arthur L. Long, un altro marito sposato senza amore, il quale le dà altri due figli. Margaret scrive incessantemente nei generi più vari: racconti per bambini, romanzi, novelle, sceneggiature, biografie, e persino gialli, più per bisogno di denaro che per vero interesse artistico. Utilizza una gran varietà di pseudonimi: Marjorie Bowen, con il quale è universalmente nota, ma anche Joseph Shearing, George Preedy, Robert Paye, John Winch (e forse anche Eveyn Winch, Bertha Winch). Come Joseph Shearing pubblica sinistri romanzi gotici pieni di mistero e di terrore. Muore il 23 dicembre 1952.
La quarta:
Nell’oscuro periodo della caccia alle streghe, Dirk Renswoude, un misterioso giovane che vive in un monastero ad Anversa dove studia e pratica in segreto magia nera, un giorno riceve una visita inaspettata che gli cambierà la vita. L’incontro con Thierry, e la scoperta di avere in comune con lui tendenze malefiche e sete di dominio, lo portano ad abbandonare la sua dimora per approfondire gli studi proibiti in grandi università come Basilea e Francoforte. I due studenti vivono in simbiosi e si esercitano con più o meno successo nelle arti magiche fino a lambire le più alte sfere del potere. Tuttavia, a causa di innumerevoli tentennamenti, tradimenti, ricatti e intrighi di corte, i due occultisti si perdono di vista per dieci lunghi anni. Quando si ritroveranno niente sembrerà più come prima. Una serie di terribili colpi di scena rivelerà la malvagità e la verità sui personaggi più potenti della Chiesa e dell’Impero Romano d’Occidente.
Magia nera di Marjorie Bowen (Black Magic: a Tale of the Rise and Fall of the Antichrist, 1909)
Traduzione Bernardo Cicchetti
Gargoyle, collana Gargoyle Books 36, pagg. 304, euro 14,50
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