“Che cosa accade a un demone quando entra in contatto con il mondo degli uomini, e ne conosce gli orrori? Grazie al potere di una stella, Hyoutsuki e Yobai valicano i confini fra i tempi e le dimensioni e prendono sembianze terrene, celando la loro identità sotto nomi fittizi. Ma niente può frenare l’impeto di una battaglia che si protrae da millenni e che questa volta ha come scenario le guerre degli uomini. Molte figure femminili attraverso il loro cammino: una Dea che ne controlla le sorti, ostacolandoli e traendoli in inganno, e due umane, la misteriosa Adelina e la giovanissima Ivy dai capelli bianchi e dagli occhi tristi, che ama le storie fantastiche e ha il dono di poterle cambiare. Ma quando i mondi si incontrano non c’è comunque scampo. I demoni diventano più simili agli uomini, e gli uomini – e le donne – acquistano poteri che forse non desiderano. Perché c’è una soglia, tra luce e ombra, che non può essere violata nemmeno con lo sguardo...”

 

Un paio di anni fa, Feltrinelli iniziò a legittimare in Italia il genere della fan fiction pubblicando l’affascinante romanzo d’esordio di Lara Manni, Esbat, ispirato al manga giapponese Inuyasha di Rumiko Takahashi (leggi qui qui la nostra recensione). Come in una fantasticheria, l’autrice e la protagonista assistevano a una presa di coscienza del personaggio immaginario, scontento del finale assegnato dalla mangaka alla sua storia, ed era una ragazzina, una fan, a riprendere le redini della vicenda.

 

Con il secondo capitolo di questa annunciata trilogia, è Fazi che riporta in scena la ragazzina, Ivy, adesso orfana, come migliaia di altri fan, del suo fumetto preferito: La leggenda di Moeru. La Sensei, la mangaka, è morta, così come il bellissimo demone Hyoutsuki nato dalle sue mani e dalla sua fantasia. I fan cercano di immaginare cosa sarebbe successo se la storia fosse proseguita, ma Ivy non riesce più a raccontare il suo demone, a sognarlo. Le manca troppo, lo ricorda soltanto. Se ci prova, il sogno diviene incubo.

 

Ancora una volta a farla da padrone è il mondo della fan art, di Internet, di messenger, di facebook, degli uomini, paradossalmente, in mezzo a un intreccio di storie e personaggi sovrannaturali. Non voglio svelare troppo della trama, che risulta strutturata in modo più solido, rispetto al primo volume; la scrittura, abbastanza pulita ed evocativa, rivela uno stile ricco ma mai stucchevole, forse un po’ troppo enfatico, talvolta, a causa della copiosa presenza di possessivi che potrebbero essere eliminati senza che la sintassi ne risenta, donando maggiore scorrevolezza.

 

Efficace il modo di evitare l’eccesso di informazioni sul primo volume, che viene ricordato attraverso un dialogo rapido e snello all’interno del prologo, per poi passare al punto di vista di Yobai/Aiwass, “né umano, né demone: questa la sorte che il suo mondo riservava a chi moriva nella rabbia e nel desiderio. Yobai aveva trascorso i primi tempi della sua rinascita uccidendo i puri: coloro a cui non somigliava più, o a cui non somigliava ancora”; fra richiami a Beethoven e ai Led Zeppelin.

 

E il lettore è spinto a proseguire, saltando dal punto di vista (qualche errore fra quello di Adelina e di Hyoutsuki) di un personaggio a quello di un altro (suggestiva la caratterizzazione delle tre vecchie ‘guardiane’), nel tentare di ricongiungere il fili della storia che si spinge indietro nel tempo, attraverso le due guerre mondiali, i nazisti e ‘sanmichelearcangelo’, fino al passato remoto della famiglia di Ivy.

 

Come in un manga, ciò che risalta sono le immagini, più che le parole, immagini che turbinano come disegni animati, come petali di rosa, finché “i bordi dei petali diventano taglienti” e tutto si fa sempre più scuro e arcano. 

 

Se l’Esbat del primo volume richiamava difatti i rituali pagani legati al ciclo lunare, al principio femminile e di guarigione, all’intimità e al futuro visto come ottimismo, Sopdet è l’egizia Sirio, stella del mattino o della morte, della fertilità come della sciagura.

E' tempo di crescere per Ivy. Il libro potrebbe apparire autoconclusivo. Eppure, senza rivelarvi il motivo, le porte risultano abbastanza aperte per sperare in un prosieguo della storia.