Icona del rock italico (formatisi negli anni '70, debuttano nell'83 con EMMEGI/Polygram), i fiorentini GOAD tornano con Masquerade, album tributo a Edgar Allan Poe che non mancherà di incuriosire gli amanti dell’horror, del vintage e dell’epoca aurea del progressive rock (per cui si avverte un notevole amarcord).
Sì, perché l’album (uscito lo scorso febbraio) è benedetto (o maledetto?) con tutti i crismi del progressive più sacro: il dualismo timbrico fra sezioni elettriche e sezioni acustiche (e di conseguenza anche nelle atmosfere, passando per armonie dissonanti fino ad arrivare a linee vocali più distese), il virtuosismo degli strumentisti, la relativa scarsa rilevanza affidata alla chitarra a favore degli strumenti a tastiera (organo in primis, ma anche moog), presenza di solisti quali sax, violino o flauto traverso, una sezione ritmica che cambia ripetutamente i valori, un concept/tributo incentrato su un unico tema/figura (Poe) e, non ultimo, la voce di Maurilio Rossi, il cui timbro evocativo e carico di colori si muove prevalentemente sui toni alti e tendenzialmente puliti cari al genere, riuscendo comunque a trascolorare dal soave al mefistofelico a seconda dell’interpretazione richiesta dal testo verbale sottostante.
La struttura del disco si dipana lungo una continua ricerca della varietà, passando dalla tipica forma canzone di breve durata fino ad arrivare alla suite multisezionata (notevole quella finale che dà il titolo all’intero lavoro), dunque sarebbe fuori luogo sbizzarrirsi un’analisi track by track che spezzerebbe il fluire del lavoro che appare compatto e omogeneo e da valutare nella sua completezza.
Progressive, dicevamo, ma intriso di funerei rimandi psichedelici, doom e gotici (sia sul piano compositivo che – soprattutto – su quello dei testi verbali) alla maniera degli inglesi Black Widow (per ironia della sorte, i GOAD pubblicano con la label genovese Black Widow Records); se, difatti, i temi favoriti dai gruppi progressive dell’epoca aurea erano ascrivibili al fantasy o alla science fiction, qui siamo immersi nelle atmosfere orrorifiche di Edgar Allan Poe, atmosfere magicamente ricreate in particolare nella suite finale in cinque sezioni dedicata alla ‘mascherata’ (le liriche ispirate a Poe sono opera del leader e polistrumentista Maurilio Rossi, responsabile anche degli arrangiamenti).
La band non è nuova a operazioni del genere. Un primo embrione del tributo a Poe era già uscito a nome GOAD nel 1994, e Lovecraft, Minosse, streghe e l'Antologia di Spoon River erano stati fra i principali temi cardine dei lavori successivi del gruppo.
Il disco, distribuito sia in CD che in doppio vinile, si avvale della collaborazione di ottimi strumentisti, fra cui Francesco Diddi (flauto, violino, sax, chitarra), Gianni Rossi (chitarra), Louis Magnanimo (basso), Antonio Vannucci (piano e tastiere) e Vick Usai e Tommaso Baggiani alle pelli. Da notare che la versione in vinile contiene due bonus track fra cui una cover degli AC/DC (Highway to Hell).
Sicuramente un ottimo lavoro, limato nei dettagli (a partire dalla suggestiva copertina) e piacevole all’ascolto anche per chi non è avvezzo alle complicate architetture del genere.
TRACK LIST
Fever called living
Eldorado pt. I – II (Heavy Run)
Last Knowledge pt. I - II
The Judge
Valley of unrest
To Helen pt I - II
Alone
Masquerade (Fast & Short)
Intro (classic guitar prelude)
Slave of the holy mountain
Dreamland
The haunted palace
Masquerade:
pt I (The dream)
pt II (Incubus)
pt III (Disturbance)
pt IV (Sunrise)
pt V (Final)
Bonus Tracks (solo su vinile):
Musical Box
Highway to Hell
Sito ufficiale GOAD: www.goad.it
GOAD MySpace: www.myspace.com/goad2007
1 commenti
Aggiungi un commentoFenomenale album per una eccellente band italiana.
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