Si torna a Woodsboro, si torna al vero Scream.
Scream, nell'ormai lontano 1996, ha regalato emozioni e novità al cinema di genere, un meta-horror che non si prendeva sul serio, ma che riusciva a colpire nel segno senza mai abbandonare l'ironia di fondo. Irriverente con tutto il cinema horror, aveva in sé un equilibrio capace di non far mai cadere la pellicola nella parodia vera e propria, riuscendo magistralmente a far ridere e allo stesso tempo a farti saltare sulla poltrona.
Ma questo precario equilibrio si era dissipato nei sequel, Scream 2 e Scream 3, che in più punti si abbandonavano palesemente alla parodia di se stessi, senza riuscire a suscitare il benché minimo spavento. Con questo quarto capitolo si torna alle origini, non solo per la location, ma anche per il vero spirito della saga. Scream 4 non aggiunge molto, non vi sono innovazioni, ma per citare la protagonista "in un remake non bisogna cambiare l'originale"... il tutto funziona e accontenta i nostalgici.
Dunque il film convince e diverte. In alcuni punti sorprende. Fortunatamente non si cercano più i retroscena della storia, il passato di Sideny è lasciato dove era meglio lasciarlo: nel passato...
Sidney (Neve Campbell), ora autrice di un best-seller, ha scelto come ultima tappa del tour promozionale proprio la sua città natale, Woodsboro. Tornata a casa, Sidney, ritrova sia Linus (David Arquette) che Gale (Courtney Cox), ormai sposati da dieci anni, lui reintegrato nella polizia locale è ora lo sceriffo, mentre Gale lavora come sceneggiatrice di Soap, ma scalpita per tornare ai suoi trascorsi da giornalista d'assalto.
Ma l'idillio del ritorno dura poco: all'anniversario degli omicidi di Woodsboro, Ghostface torna a uccidere. Le vittime questa volta sono i compagni di scuola di Jill (Emma Roberts), la giovane cugina di Sidney Prescott. Sidney e la sua famiglia vengono messi sotto scorta e sulla città viene ancora una volta imposto il coprifuoco.
Ma quali regole seguirà il killer questa volta? Non è un sequel, non è un capitolo finale, forse un remake o meglio un re-boot. Dunque tutto sta per cambiare... e allo stesso tempo il killer vuole far rivivere i primi omicidi, ma in un modo diverso, in un modo aggiornato... Ghosthface 2.0 viola le regole degli Horror e questa volta tutti possono morire...
In Scream 4 tornano le regole, le frasi da dire e non dire, la sovrabbondanza di citazioni e riferimenti, le comparse 'famose' e il film nel film. Sebbene tutto questo sia già visto, è gestito da, questa volta, un ottimo Wes Craven, che in questo quarto capitolo riporta in vita una saga snaturata, riuscendo a trasportarla nel ventunesimo secolo.
Sidney, che deve dividere la scena con la cugina Jill, è messa un po' da parte rispetto ai precedenti film, dando modo allo spettatore di rivederla, ma non di approfondirla ulteriormente. La Campbell riesce comunque a dare spessore al personaggio e recita la parte in modo collaudato e funzionale. Mentre Arquette e Cox riprendono i propri ruoli, dando ai personaggi la consueta simpatia e convincendo gli spettatori. Buone anche le new-entry, sia Hayden Panettiere che Rory Culkin ed Erik Knudsen creano personaggi ben strutturati e in parte, soprattutto Kirby (a.k.a.Panettiere) regala più di un sorriso. Nota dolente, invece, su Emma Roberts nelle vesti di Jill, che non riesce a reggere lo sviluppo del personaggio, dando nelle scene finali un'interpretazione piuttosto mediocre. Funziona poco anche Trevor (Nico Tortorella), l'ex-ragazzo di Jill... un personaggio molto trascurato, sia dall'interprete che dagli sceneggiatori, dando l'impressione di aver volutamente creato una macchietta di nessuna reale utilità allo sviluppo del film.
Nel suo genere, ovvero la saga, il quarto capitolo convince. Scream 4 non è un capolavoro, ma riesce a riprendere la qualità del primo, forse necessitava di qualcosa in più, giacché si parla di quattordici anni, di cose se ne sono viste... e straviste. Probabilmente cercando di dare più originalità si sarebbe anche riuscito a 'rinfrescare' il franchise, mentre l'impressione è solo quello di un riadattamento al nuovo decennio. Alla fine però non si resta delusi, se si ha l'intenzione di vedere un buon capitolo di Scream, si viene accontentati.
2 commenti
Aggiungi un commentoSono d'accordo con la recensione. sarei stato anzi più "buono" e avrei aggiunto un'ulteriore stella. Infatti qui Craven ci riporta alle atmosfere originali, e il finale è orchestrato ottimamente. E' anche presente una sottile critica sociale alle nuove tecnologie, il che è una finezza non da poco.
Se intendi la fame di reality... la ricerca di popolarità...
Però un tema già proposto fin dal primo capitolo, qui certo modernizzato... twitter e social-network.
Se ho capito bene ciò che intendi però, io non vedo la finezza... E' proprio una fotografia cruda della nostra società. Voglio dire, difficile non accorgersene, sicuramente non va per il sottile... Così evidente che più che una critica, mi pare un condanna.
Sinceramente l'ho trovata molto banale, omari chi non ne parla?
Una critica finalizzata al film, tanto per modernizzarlo...
Io ho pensato di lasciarla fuori proprio perché se avessi dovuto valutare Scream sul campo della morale...ecco, io l'avrei giudicato davvero troppo sterile.
A me è piaciuto per quello che secondo me è... un film meta-horror.
Piacevole e divertente. Inutile cercare di più.
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