¡TU LA PAGARAS!, il nuovo romanzo noir di Marilù Oliva per i tipi di Elliot, è uno splendido viaggio. Un viaggio verso atmosfere latine che sanno di rum e tabacco, erotici ritmi salseri e sudore, sentimenti “calienti” come solo quelli sudamericani sanno essere. Attraverso l’affascinante ritualità santera cubana, le cui divinità sono onorate durante feste notturne di ballo, l’autrice ci porta a conoscere personaggi assassini e assassinati, padroni e servi, deboli e forti, in un continuo scambio di ruoli che ci coglie sempre a sorpresa. In ¡TU LA PAGARAS! il lettore avrà modo di amarli e odiarli, di affezionarsi e poi disilludersi.
Voglio parlarvi di questo romanzo da lettrice, perché non sono e non voglio essere un recensore. Io le monto, le storie; non sta a me smontare, sezionare e analizzare quelle degli altri.
Nel caso di Marilù Oliva, la sua storia m’ha preso da subito, ed è questa la cosa che reputo tra le più importanti quando leggo un libro. Sono stata subito avvolta dalle calde atmosfere di cui la storia è permeata; m’è sembrato di respirare l’aria umida dei locali notturni dove la gente si sfinisce a ritmo di salsa, annusare i vapori forti del rum, sentirne il sapore. Ho sentito il vigore della protagonista, La Guerrera, e nel contempo la sua fragilità. Per costituzione e carattere, la prima a cui m’è venuto di raffrontarla è Lisbeth Salander, personaggio di grande rilievo della trilogia Millennium di Stieg Larsson. Entrambe sono forze della natura, con morbidi tratti mascolini, caparbie dentro e fuori. Entrambe combattono ogni giorno per restare a galla in un mondo maschilista, violento e tutt’altro che sentimentalista. La Guerrera, al secolo Elisa Guerra, non è altro che uno scricciolo italianissimo con uno spirito da vera salsera: sgobba presso una sorta di redazione-garage per un giornale diretto da un becero individuo che la sfrutta e la maltratta, il tutto alla periferia di Bologna. Perché siamo in Italia, gente, è questa la magia. Nessun rimando a scrittori da bestseller, nessun tentativo di scimmiottare firme cult della letteratura latinoamericana: la Oliva ci fa viaggiare restando incollati alla nostra poltrona; eppure, se alziamo per un attimo gli occhi dal libro, le vediamo le sue ambientazioni esotiche, tutt’intorno a noi. Elisa è guerriera sì ma di capoeira, l’arte marziale brasiliana nascosta sotto forma di danza, e, oltre alla salsa, ha due grandi passioni: Dante Alighieri, di cui gustiamo numerose citazioni applicate al quotidiano, e le patatine fritte. Io mi ci sono rivista in diversi punti: quanti di voi non direbbero altrettanto?
È lei che in prima persona ci conduce attraverso la storia e i suoi personaggi, ce li presenta, ce li fa conoscere, amare, compatire e perfino odiare. Lei che miscela lucidamente passione con biasimo, disprezzo con commiserazione. E sempre lei che dice e contraddice, spesso anche se stessa. E lo fa con l’ispettore Gabriele Basilica che conduce le indagini per l’omicidio di un barista cubano. E poi… e poi, e poi, e poi.
Il romanzo è diviso in due parti: la prima si intitola “Mi gente”, in cui ciascun capitolo introduce un personaggio. L’ambientazione è quella dei locali notturni in cui si muove una fauna variegata: insegnanti di danza, ballerine, rozzi DJ di provincia. La seconda parte si intitola “Mis dios”: i delitti sono collegati alla santerìa cubana e ai suoi dèi. Dèi che con gli uomini hanno in comune vizi, virtù e sentimenti: rabbia, vendetta, avidità, amore, tanto che le loro vicende paiono sovrapporsi a quelle degli antieroi della trama.
Al punto che ci si chiede com’è che Marilù Oliva sia riuscita a penetrare così a fondo una realtà che culturalmente non ci appartiene. La risposta è nell’autrice stessa. C’è molto di lei in questo romanzo, il secondo in ordine di tempo (ricordiamo infatti che ha già pubblicato Repetita per i tipi di Perdisa Pop), infatti ha fatto per un periodo l’insegnante di salsa, ha lavorato in una redazione giornalistica – si spera non alle dipendenze di un degenerato come il suo Torinelli. E cultura e letteratura latino americana ritornano nelle sue passioni così come Dante Alighieri e la criminologia.
Ve l’ho detto che questo romanzo è uno splendido viaggio attraverso tante realtà che infine si fondono in una sola. Non dovete fare altro che pagare un equo biglietto, sprofondare nella vostra poltrona preferita e gustarvi dell’ottimo, nostrano, noir. Che aspettate, dunque. Certi treni passano di rado. Meglio approfittarne.
Marilù Oliva: www.mariluoliva.net
Simonetta Santamaria: www.simonettasantamaria.net
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