Gargoyle ci propone, nella collana Nuovi Incubi, il romanzo di Claudio Vergnani dal titolo Il 36° Giusto.

Di questo autore abbiamo letto e apprezzato il romanzo d’esordio Il 18° Vampiro che era, è vero, una storia autoconclusiva, ma lasciava aperta la strada per un sequel.

L’autore ha dichiarato più volte che Il 18° vampiro era nato come racconto di non più di quindici pagine e conteneva già tutti gli elementi che poi abbiamo letto nel successivo romanzo.

Nel romanzo ora in libreria il lettore troverà gli stessi personaggi del precedente con alcune “new entry”; ma il bravo autore non ha scritto un seguito pedissequo del primo romanzo: ha inserito nuove idee, rendendolo interessante e avvincente quanto il primo.

I vampiri si sono nascosti nei loro rifugi e i meno organizzati sono rimasti “fuori”; i nostri anti-eroi ora li cacciano con il beneplacito delle autorità. Non è difficile eliminarli in maniera definitiva, ma è un lavoro fatto da disperati contro altri disperati e l’autore alterna con abilità momenti di puro horror a situazioni più leggere e dialoghi divertenti.

L’autore:

Claudio Vergnani è nato a Modena nel 1962. Svogliato studente di Liceo Classico e ancor più svogliato studente di Giurisprudenza, preferisce passare il tempo leggendo, giocando a scacchi e tirando di boxe.Dopo una parentesi militare, sbarca il lunario alla meno peggio, passando da un mestiere all’altro. Dalle palestre di body building alle ditte di trasporti, alle agenzie di pubblicità, fino alle cooperative sociali, è sempre perennemente fuori parte e costantemente in fuga.

Come racconta lui stesso, in origine questo suo primo romanzo doveva essere una breve avventura di un cacciatore di vampiri solo e depresso, costretto a svolgere tale ingrata attività per vivere.

Lo spunto veniva dalla considerazione che – a parte qualche eccezione – dal Dracula di Stoker in poi, il vampiro è stato sempre rappresentato con le stesse caratteristiche: uno scopo malvagio da perseguire, un bell’abito da sfoggiare e una fanciulla da sedurre e non ultimo una enorme superiorità nei confronti dei “normali”.

Ma poi letture e visioni di film lo hanno “costretto” a scrivere Il 18° Vampiro, suo romanzo d’esordio (che ha avuto un grande successo) e il relativo sequel ora in libreria.

 

dal prologo:

“Sapevo (lo avevo letto chissà quando, da qualche parte, ma inevitabilmente e in più di un’occasione) che ogni volta che avessi girato la testa per guardarlo, il piccolo cane nero sarebbe cresciuto e, crescendo, da piccolo e innocuo che era, si sarebbe a poco a poco mutato nel mostro irsuto e fiammeggiante che le leggende avevano descritto tanto bene. La strada era lunga, e la mia paura e la mia scarsa fede la allungavano ulteriormente.

Alla luce di quella luna indifferente, mi voltai tre volte: la prima per avere conferma – e l’ebbi, purtroppo – che davvero la creatura si stesse trasformando; la seconda per controllare la rapidità con la quale mutava; la terza perché costretto dalla mia stessa angoscia.

Mi voltai anche una quarta, che mi servì solo a comprendere che la quinta sarebbe stata l’ultima. Allora dissi a me stesso che non mi sarei girato ancora, che almeno non gli avrei dato quella soddisfazione. Presa la decisione, mi sentii un poco meglio; ora non rimaneva che continuare a camminare.

La quarta:

Pensavamo di aver smesso di uccidere i vampiri, ma abbiamo ricominciato a farlo. Ora che è accaduto quel che è accaduto, è quasi un mestiere.

Non devi più nasconderti per cacciarli.

Sono reietti, emarginati, abbandonati dai loro stessi Maestri.

Le retrovie di un esercito allo sbando.

Non c’è posto per loro. Ma nemmeno per noi. E la loro presenza giustifica in qualche modo la nostra.

La loro mancanza di un futuro si intreccia con la consapevolezza della nostra quotidianità di speranza, e le loro azioni prive di un fine si sovrappongono al nostro gesticolare che è ormai soltanto uno stanco, sfiduciato reagire senz’anima.

Loro e noi.

I vampiri e i cacciatori.

Una battaglia senza onore né gloria tra disperati, dove in mezzo stanno le prede innocenti. E forse c’è più colpa in noi, che possiamo scegliere, che in loro, schiavi di una sete che non possono spegnere.

Loro sono assassini nati, noi l’estrema difesa, sempre sull’orlo dello sfascio. Ma in qualche modo ambiguo e discorde, nell’inconsapevolezza innocente dei semplici, siamo anche il fioco brillare di una speranza di un imprevedibile, brevissimo, insperato momento di giustizia.

Il 36° Giusto  di  Claudio Vergnani

Gargoyle, collana Nuovi Incubi 18, pagg. 528, euro 15,00

ISBN 978-88-89541-48-7