Dario Argento è considerato dalla critica estera come il maestro del brivido italiano, ma paradossalmente il regista non riesce a essere profeta anche in patria. Lo scorso 17 giugno Dario Argento ha presentato in anteprima il suo Giallo al 56° Taormina Film Fest. Per l'Italia si tratta di un'anteprima, nonostante il film sia uscito nei cinema esteri circa un anno fa: nell'italica patria di Argento, infatti, la nuova pellicola con Adrien Brody ed Emmanuelle Seigner dribblerà le sale e giungerà direttamente in DVD, distribuito dalla Dall'Angelo Pictures in data ancora da destinarsi.
Un piccolo schiaffo morale per il regista, che tuttavia durante la kermesse si è profuso in una lunga chiacchierata sui propri progetti futuri e le sue opinioni sullo stato in cui versa il cinema italiano e americano. Una cosa è certa: per Argento il cinema italiano è a un punto di non ritorno: "Io non so cosa ci sto a fare ancora qui con questo crollo verticale del nostro cinema. Hanno ragione i francesi a dire che il nostro cinema è morto. C’è ancora qualcosina di buono, ma è molto rara… In questi tempi di crisi economica si fanno film sempre più modesti per cui non mi sembra tempo di… risollevamenti. Le idee vengono quando ci sono i soldi, mentre senza ciao anche alla sperimentazione". E allo stesso tempo, per il regista il cinema americano pecca del difetto opposto, usando gli effetti speciali per sopperire a una mancanza qualitativa di fondo: "Gli effetti speciali sono indispensabili per girare alcune scene. Ma non si può fare film solo con questi perché si vede subito che è tutto finto, anche se la gente adesso non si stupisce più di nulla. Recentemente certi horror americani sono così poco interessanti perché mancano di spessore e come i francesi giocano solo sul sadismo. Dai registi ai produttori nessuno è più coinvolto, è solo una forma di sopravvivenza commerciale, un po’ come il porno che si fa solo per soldi".
Eppure, nonostante l'avversione di Dario Argento verso l'ipertrofia della Computer Grafica, il regista non sarebbe contrario a girare un Dracula 3D. Avevamo già menzionato l'intenzione di Dario di far entrare il principe dei vampiri nella terza dimensione, salvo poi smentire se stesso poco dopo. A quanto pare, nonostante le voci contrastanti Argento continua ad accarezzare il progetto: "Vorrei sperimentarmi sul 3D, come utilizzarlo al meglio per renderlo più interessante. Magari con un Dracula in 3D". Nel frattempo, interrogato su un eventuale remake di Suspiria, il regista liquida ogni suo coinvolgimento nel progetto: "Per quello che riguarda Suspiria non lo faccio io e non ne sono al corrente".
Vi proponiamo il testo intero della lunga e interessante intervista a Dario Argento, di cui noi abbiamo riportato solo gli stralci più importanti.
4 commenti
Aggiungi un commentoCome il cinema italiano di cui parla, anche Dario Argento è morto anni fa. Qualcuno dovrebbe decidersi a farglielo sapere. "Giallo" è la boiata peggiore che abbia mai visto in tutta la mia vita.
I film di Argento non li sopporto. Pessima sceneggiatura, pessimi soggetti. Di solito anche pessimi attori. E' rimasto ancorato agli anni 80, quando i suoi film allora erano una piacevole novità.
Magari fosse rimasto ancorato alle sue prime cose! In quelle almeno c'era ancora qualche idea visiva degna di nota... (pur in presenza di soggetti sempre poco plausibili e prove d'attore spesso impietose). La verità è che non ha più uno straccio di idea che sia una e i suoi film "de paura" ti fanno solo scompisciare di involontario umorismo (per "Il cartaio" ricordo proprio risate grasse in sala...).
Dracula in 3D... quest'uomo và fermato!
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