“Una Bologna esoterica, gotica. Brutali combattimenti clandestini come ancestrali riti di sangue. Macabri avvertimenti fin troppo simili a feticci di morte. I segreti della Bambola dagli occhi di cristallo non sono più al sicuro. Un burattinaio feroce promette sballo ed emozioni in cambio dell’anima. I misteri della misteriosa Stirpe Blu. Una ragazzina in pericolo mortale la cui unica colpa è l’innocenza. Una combattente sudamericana in cerca di vendetta e un uomo stanco di combattere costretto nuovamente a farlo per non perdere quello che ha di più importante. Una dark lady pericolosa e seducente come una lama di rasoio. In una ragnatela di tradimenti, un gioco perverso di vita e morte all’ombra della tredicesima luna.”
Queste le premesse di Bambole pericolose, attesissimo sequel del successo della dark lady del thriller gotico italiano Barbara Baraldi La bambola di cristallo (leggi qui).
Le bambole vanno e vengono nelle camere delle bambine. Viola e Giulia non ci sono più. Al loro posto Mia, che “indossa pantacollant neri su scarponi pesanti e una maglietta di cotone di due taglie più grande che raffigura un teschio con le fauci spalancate”, che “è esile e aggraziata come una di quelle fate raffigurate sulle cartoline di auguri”, e Thabir, “con i capelli lunghi che scendono lisci fino a lambire i fianchi, corvini con riflessi blu alla luce del sole” e gli occhi verdi “dalla forma allungata, truccati come quelli di una regina dell’Antico Egitto”. E poi Melanie, “bulldozer all’attacco”, l’androgina Amnesia, l’egoista Lisa, l’insicura Silvia, il fantasma di Marta, Janis Joplin, Patti Smith e mille altre porcellane che ci osservano silenziose, chiuse nei loro segreti.
Ma la bambola preferita, Eva, la lottatrice, la vendicatrice, è ancora lì, con la fedele gatta Miew, specchio della sua essenza di “leonessa” e soprattutto lei, la co-protagonista assoluta che, dopo La bambola di cristallo, torna a fare da sfondo a queste nuove Bambole pericolose: Bologna. Più gotica, più violenta, più arcana e più arrabbiata che mai.
Eva conduce ancora la sua battaglia contro la violenza e il machismo, per le donne violate, in mezzo a tanti Pierrot vestiti di nero; donne in lotta fra loro, ma stavolta anche contro un uomo dal nome di demone che, fra ceri, musica tribale, sabba, maledizioni, dark rave e combattimenti clandestini le ammonisce a non sfidare la sorte mettendosi contro di lui, e le tiene per i capelli “come un burattinaio fa con i fili della sua marionetta”. Un uomo che non chiede, ma esige. Ma dovrà lottare anche contro il lupo dai capelli brizzolati che insidia Mia, Cappuccetto Gotico: con il suo allenatore Franco, un nuovo Franco sempre più convinto a infrangere la barriera che Eva ha innalzato intorno alla sua metà oscura; contro il branco.
La cura nella descrizione dei combattimenti, il fascino dell’elemento esoterico, il gioco di incastri che porta le protagoniste a incontrarsi, il mistero che circonda le vite dei personaggi e ciò che si sono realmente prefissati, lo stile al contempo secco, sognante e suggestivo, i colori, i rumori, il ritmo rendono il romanzo una sorta di film di carta da cui è impossibile staccare lo sguardo prima dell’ultima scena; fino alla resa dei conti fra la pantera nera e la leonessa, e alla piega inattesa che rovescia le carte in tavola.
Ma non finisce qui. Il libro si chiude con il racconto Schegge di cristallo, di cui è preferibile non anticipare nulla per non rovinare la sorpresa al lettore. C’è ancora Eva, ma avrà un alleato insospettabile, da un altro mondo e da un’altra penna...
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