Diretto dal regista Olatunde Osunsanmmi, e con protagonista Milla Jovovich (protagonista della saga Resident Evil), il Quarto tipo è un film molto particolare e, forse, potrebbe aver coniato un nuovo genere seppur dai contorni un po' fumosi: infatti la pellicola in questione è un thriller, sì, sulla carta, ma presentato sotto forma di documentario, in cui alle normale immagini di un film si affiancano video di eventi e persone reali.
Protagonista d Il quarto tipo è la pischiatra Abigail Tyler (Milla Jovovich), che, intervistata dallo stesso Osunsanmmi, racconta di essere stata rapita dagli alieni, e che anche i suoi pazienti sono incorsi in questa spiacevole esperienza. La psichiatra narra quindi tutte le vicende relative alla sua vita, parlando dei colloqui con i pazienti i quali espongono gli strani eventi a cui assistono. Come s'intuisce dal titolo, i personaggi rientrano nella casistica chiamata dall'Ufologia incontro ravvicinato del quarto tipo, dove le vittime vengono prelevate dagli alieni e portate sulle astronavi dove vengono sottoposte ai più terrificanti esperimenti. Tuttavia il regista, forse per dare un tocco di suspence in più, ha mescolato alla categoria ufologica alcuni elementi folcloristici, per esempio quello classico della possessione e l'esorcismo: infatti quando i pazienti e la stessa Tyler vanno in trance, essi assumono dei comportamenti che ricordano molto la possessione demoniaca (allungamento del corpo, convulsioni, cambiamento della voce e pronuncia di parole in lingua sconosciuta). D'altronde, il video in cui la dottoressa (quella vera) viene mandata in trance con la conseguente manifestazione aliena resta la scena più impressionante di tutto il film, da far impallidire persino L'esorcista.
Per il resto c'è quest'alternarsi tra scene cinematografiche in cui la Jovocich, fornendo come sempre un'ottima prova d'attrice, interpreta la vita della Tyler, e le immagini-documentario dove la stessa dottoressa viene intervistata, con qualche stralcio di seduta psicoanalitica con i pazienti. Sicuramente questo meccanismo di “switch” tra scene del film e immagini documentate risulta ben riuscito in grado di donare alle vicende quel pathos che mantiene vita l'attenzione dello spettatore. La parte migliore resta senz'altro la comparazione tra le ipnosi fatte nel film e quelle nei video (il cui apice è raggiunto dalla scena finale della trance effettuata sulla Tyler), in grado di rendere il filone narrativo più credibile e realistico. Altro merito del regista riguarda il voler dare un tocco di novità a un tema così inflazionato come quello dei rapimenti alieni, fornendo alcune interessanti informazioni riguardo la presunta origini di tali entità. Peccato che ci sia soffermati piuttosto poco su questo fattore, che avrebbe senz'altro potenziato il lato documentaristico del film, e si abbia puntato di più sulla tensione psicologica e sul terrore suscitato dalle ipnosi. In ogni caso il risultato raggiunto è, nel complesso, soddisfacente.
Qual è allora l'elemento che non permette a Il quarto tipo di non candidarsi ai film più interessanti dell'anno? Il registra purtroppo commette un errore piuttosto grossolano, andando a guastare irrimmedibilmente tutto: all'inizio del film si vede la Jovocich rassicurare il pubblico circa la vericidità di quello mostrato nel film, poggiandosi proprio sui video documentari. In realtà tale proposito non può che indispettire lo spettatore medio, fin troppo abituato a reality show, libri e film ispirati a presunte storie vere, e quindi non di certo manipolabile da alcune scene ben realizzate ma assolutamente insufficienti a dimostrare la validità delle teoria esposte da Osunsanmmi. Tra l'altro, la categoria ufologica del quarto tipo rimane il campo più difficile dove avanzare ipotesi reali e convincenti: non basta di certo un film a concinvere la società dell'esistenza degli UFO.
Per questo motivo la miglior cosa da fare per apprezzare la pellicola in questione è prendere le distanze dal tentativo maldestro del regista di convincere a tutti i costi della validità di quanto espone, e vedere Il quarto tipo per quello che è veramente: un buon thriller fantascientifico, godibile, condito da una buona dose pathos e, sopratutto, dai contorni realistici ma non veritiero.
1 commenti
Aggiungi un commentoLa cosa più bella del film è che Abigail Tyler non esiste, credo che sia un esempio unico di stile "alla Borges", con autocitazioni inventate, applicato al grande schermo, la trama poi mi ha ricordato il perduto "Maestro" di Munn di origini Mesopotamiche... comunque un'originale variante sul tema degli incontri del quarto tipo.
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