“I vampiri esistono? Come nascono, dove vivono e in quante tipologie si suddividono? Quali sono le loro origini e perché esercitano ancora tanto fascino?”
Queste le premesse del delizioso (afferrate pure tutti i morbosi doppi sensi che volete) libro che Simonetta Santamaria ha dedicato all’affascinante mondo dei vampiri. Vampiri che vanno di moda, e che in verità di moda non sono mai passati, ma che qui appaiono filtrati attraverso il piglio brillante dell’autrice, non esente da quel sottile filo di umorismo che contraddistingue anche alcune sue opere narrative.
Il libro si presenta ottimamente a partire dall’aspetto, con copertina rigida curata nei minimi dettagli e un’impaginazione studiata in modo da non affaticare la lettura nel passaggio da un argomento a un altro. I disegni e il graphic design sono opera dei figli dell’autrice, Adriano e Fabrizio, mentre i ritratti sono di Flavio Tringale, ma si attinge anche alla storia dell’arte mondiale, nonché a un vasto archivio di copertine e locandine originali.
Dovendo dar ragione al sottotitolo (“Da Dracula a Twilight”) il lettore si trova piacevolmente sorpreso nello scoprire che l’autrice si è divertita a partire molto prima del celeberrimo Conte, ovvero dai... pipistrelli, dalla loro fisiologia a un discorso più ampio sull’ematofagia (anche dal punto di vista antropologico), fino ad arrivare a curiosità più o meno divertenti sulla ‘cucina vampiresca' (dal sanguinaccio al Bloody Mary). Curiosità introduttive che non si protraggono comunque troppo a lungo, negando al lettore l’argomento che più gli preme.
Si parte dunque con l’origine dei vampiri e i sumeri e se ne ripercorre l’evoluzione dall’antichità ai giorni nostri, con un’alternanza di inserti e curiosità che rendono meno pesante la lettura, dalla moda goth ai giochi di ruolo, fino all’American Vampire League, organizzazione sorta realmente negli Stati Uniti per promuovere l’integrazione fra esseri umani e presunti vampiri.
Per quanto riguarda le caratteristiche dei vampiri, l’autrice si rifà alla suddivisione classica in quattro categorie: l’Homo Vampirus Draco (il Dracula di Stoker, per intendersi), l’Homo vampirus Nosferatu, l’Homo Vapirus Sauria e l’homo vampirus Chiroptera, che analizza punto per punto.
Passa poi a quelli che chiama i “vampiri psichici”, o succhiatori di energia, come l’incubus e il succubus, per finire con i poco soprannaturali e ‘semplici’ bevitori di sangue umano.
Non mancano ovviamente capitoli su come si genera un vampiro o come lo si uccide, ma sicuramente più interessanti sono quelli che si occupano della figura del vampiro nella letteratura e nei fumetti, al cinema, in TV e nella musica. Ovviamente questa parte non pretende di configurarsi quale compendio generale, ne sarebbe risultato un libro molto più ampio e dispersivo, ma l’autrice cerca di centrare le opere più significative, aggiungendo talvolta qualche chicca che l’appassionato non mancherà di andarsi a ricercare per approfondire le sue conoscenze sull’argomento. E’ vero, talvolta qualcuno potrebbe inasprirsi a causa di alcuni grandi esclusi a discapito di opere o artisti minori, ma la stessa struttura e natura del libro ne limitano le capacità contenutistiche, puntando più che altro su altri argomenti e soprattutto sull’incisività.
Il tema che sembra stare più a cuore dell’autrice è difatti quello legato alle leggende e al folklore che suddivide per continenti quando non addirittura per zone. Ne risulta un breve dizionarietto antropologico della figura del vampiro che attinge spesso quando al Dizionario Infernale di Collin de Plancy, quando ad altri testi puntualmente segnalati nella bibliografia consigliata a fine opera.
Molto approfondita, ovviamente, la storia del principe di tutti i vampiri ovvero Vlad Tepes, detto l’Impalatore, per cui si riportano anche curiosità spesso tralasciate da altri testi.
In definitiva si tratta di un volumetto simpatico, svelto e diverso dai saggi sui vampiri che siamo soliti incontrare su scaffali polverosi e bancarelle dell’usato, un’opera che sicuramente non potrà mancare nella biblioteca personale del vampirofilo.
Simonetta Santamaria, giornalista, vive e scrive a Napoli. Ha vinto l’XI edizione del Premio Lovecraft col racconto Quel giorno sul Vesuvio (CentoAutori 2007 – nel volume Una foglia, un sasso, un fiore giallo, pubblicato da Horror Magazine nel 2005 qui). Sua l’inquietante raccolta al femminile Donne in Noir (Il Foglio 2005), l’e-Book Black Millennium e il romanzo Dove il silenzio muore (CentoAutori 2008, recensito da Horror Magazine qui, a corredo di una simpatica intervista). Per la Gremese ha scritto questo Vampiri, il primo non-saggio sulle più affascinanti e temute creature della notte (2009).
Ha pubblicato racconti in diverse antologie tra cui Un cuore nuovo (progetto Il Giralibro 2006), Irrefrenabile passione (San Gennoir - Kairòs, 2006), Confessione di un apprendista di bottega (Partenope Pandemonium - Larcher 2007), Necromundus, da un’idea di Giuseppe Cozzolino (M Rivista del Mistero - Alacran 2007), Nel nome dell'amore (Questi fantasmi... - Boopen Led 2009), e ancora Quel giorno sul Vesuvio (Gialli Mondadori 2009).
Il quotidiano La Repubblica l’ha definita una delle “signore della suspense made in Naples” mentre il Corriere del Mezzogiorno la consacra come “lo Stephen King napoletano”.
Dice: “Non mi prendo mai troppo sul serio, altrimenti sarei una serial killer”
Il suo sito Internet: www.simonettasantamaria.net
1 commenti
Aggiungi un commentoLa recensione è veramente fatta bene, tuttavia la sovraesposizione da vampirismo cronico è incredibile di questi tempi, dove ti giri ci sono vampiri, è incredibile come questa figura si rinnovi nel tempo.
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